L'analisi

«I giovani preoccupati del disagio provato negli ultimi 3 anni». I dettagli del sondaggio. Le foto

Michele Laforgia alla presentazione dei risultati dell'indagine sui disagi psicologici tra i giovani, promosso da La Giusta Causa
Michele Laforgia alla presentazione dei risultati dell'indagine sui disagi psicologici tra i giovani, promosso da La Giusta Causa
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Il 95,9% degli under 35 ritiene che negli ultimi anni ci sia stato un aumento dei disagi psicologici tra i propri coetanei. Il dato, allarmante, è il risultato di un sondaggio realizzato dall’associazione politica/movimento culturale La Giusta Causa per valutare “la percezione di un aumento del disagio psicologico tra i coetanei” e “che tipo di disagio è stato avvertito anche soggettivamente”, in collaborazione con l’associazione “Dario Favia. Lasciateci le ali”.

I dati sono stati presentati nell’incontro organizzato giovedì pomeriggio a Bari, presso la Base, il comitato elettorale “Laforgia sindaco”, dal titolo “La salute mentale giovanile è una priorità per la politica? Parliamone”, in cui i giovani di “Generazione urbana”, il gruppo di under 30 de La Giusta Causa, si sono confrontati con la psichiatra Angela Carofiglio, fondatrice di Gippsi, con la psicologa Aurora Bonvino e con Michele Laforgia.

«Tutte le risposte, ha ricordato la psichiatra Angela Carofiglio – ha detto Michele Laforgia – ricalcano quei dati che anche l’OMS ha già segnalato: dopo l’era Covid sono aumentati tutti i disturbi psichici ma in particolare ansia e depressione, ma un dato particolarmente interessante in questo sondaggio è l’elevata numero di risposte positive all’item “paura del futuro”. Questo porta a volte a scelte distruttive (autolesionismo, disturbi alimentari, ritiro sociale, suicidio) che sfuggono ad una logica corrente, soprattutto perché a volte a praticarle sono giovani particolarmente dotati, brillanti, sensibili».

Di fronte a tutto questo «genitori e insegnanti restano annichiliti dalle forme che assume la sofferenza giovanile. Ma anche medici e psicologi sono in difficoltà con forme di disagio che fino ad una  ventina di anni fa erano sporadiche e  generalmente inquadrate  in disturbi noti».

Per questo «servirebbero servizi pubblici, gratuiti, aperti a tutti, dedicati all’ascolto, alla decodifica dei messaggi di dolore aspecifici, a dare risposte personalizzate ad ogni tipo di sofferenza, ad intervenire quanto prima possibile per scongiurare catastrofi personali». Ma anche «servizi in grado di accogliere i sopravvissuti: i genitori, i fratelli, gli amici, i compagni di classe dei ragazzi che si fanno del male e quelli che si tolgono la vita. Oggi – conclude la psichiatra – nessuno lo fa nei servizi dedicati alla Salute Mentale: così, tanti sono condannati a sofferenze inaudite, a quesiti senza risposte, a sensi di colpa ingovernabili e ad altro malessere che troverà altre strade per manifestarsi».

 

RISULTATI DEL SONDAGGIO

Il sondaggio è stato realizzato da gennaio a marzo 2024 con un questionario anonimo online e ha coinvolto un campione casuale di 564 ragazzi, raggiunti attraverso i social o volantini distribuiti nelle scuole e nelle università.

Il campione che ha partecipato al sondaggio è composto per il 45,6% da studenti universitari, per il 29,4% da studenti delle scuole secondarie di secondo grado, per il 14,9% da lavoratori. Il 65,2% ha risposto “decisamente sì” alla domanda sull’aumento dei disagi psicologici tra i giovani, il 30,7% “abbastanza”.

Le problematiche più diffuse, secondo gli intervistati, sono ansia, preoccupazione per il futuro, difficoltà relazionali, depressione, disturbi alimentari. Quasi tutti gli intervistati hanno ammesso di aver sofferto in prima persona di una o più di queste problematiche con una intensità e una frequenza variabili. Altro dato che deve indurre a riflettere, è che 410 intervistati dichiarano che in caso di bisogno non saprebbero a chi rivolgersi.

Per migliorare le condizioni di salute mentale dei giovani, il 37% ritiene che bisognerebbe rendere più accessibili e potenziare i servizi pubblici (consultori, sportelli scolastici e universitari, servizi ospedalieri), il 32% che dovrebbe cambiare la cultura che circonda la salute mentale, il 31% che dovrebbe aumentare la consapevolezza sul tema dei disagi psicologici tra i giovani.

Ecco il dettaglio

 

venerdì 22 Marzo 2024

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Annalisa
Annalisa
1 mese fa

Dopo 3 anni di pandemenza si accorgono finalmente che le restrizioni dei dcpm notturni erano inutili oltre che dannose.