L'intervento

«La guerra di liberazione fu questo: ridare vita a un corpo morto, il corpo della nazione»

L'incontro tra Michele Laforgia e Luciano Canfora sulla Resistenza
Le parole del candidato Sindaco di Convenzione per Bari 2024 e del M5S
1 commento 26

«“La bocca socchiusa, le braccia abbandonate lungo i fianchi. Il cuore non gli batteva, anzi sembrava latitante dentro il suo corpo”. L’inizio del libro di Fenoglio fotografa la condizione degli italiani durante la guerra, sotto il fascismo: rassegnati, perduti, inermi. Un Paese disperato e muto».

Così Michele Laforgia nel corso dell’incontro di ieri mattina, 25 Aprile, nella sede del suo comitato elettorale per la candidatura a sindaco di Bari, dove si è tenuta la lezione del professor Luciano Canfora sulla Resistenza.

«La guerra di liberazione – ha detto Laforgia fu questo: ridare vita a un corpo morto, il corpo della nazione. Ci volle una guerra civile per restituire dignità e sentimenti a un Paese perduto e ai molti uomini e alle tante donne che si erano smarrite, durante il fascismo. Che avevano creduto in Mussolini, nella dittatura, nell’impero. Persino nelle leggi razziali.

La Resistenza fu anche una questione privata, per quegli uomini e quelle donne. Il corpo riprese a muoversi, il cuore tornò a battere. L’amore perduto diventò una grande questione politica, la liberazione dal nazifascismo e la riconquista della dignità di un intero popolo, che nella stragrande maggioranza era stato fascista e aveva vergogna di sè.

Se oggi abbiamo una Costituzione nata dalla Resistenza lo dobbiamo a quegli uomini e a quelle donne. A coloro che, anche quando tutto sembrava perduto, decisero di opporsi e rischiare la vita per la loro e la nostra libertà. E che nei decenni successivi hanno continuato a combattere, con le loro idee, perché quella Costituzione non fosse tradita».

venerdì 26 Aprile 2024

Notifiche
Notifica di
guest
1 Commento
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Annalisa
Annalisa
10 giorni fa

Scurati ha oscurato anche il prof Canfora, che sicuramente rischia più di lui ma non ha goduto di pari visibilità