Il fatto

Indagini sul porto di Santo Spirito: la tranquilla baia dove si nascondevano intimidazione e ricatto

foto di Lavori di restyling del lungomare di Santo Spirito
Il porto di Santo Spirito
I retroscena emersi dall'inchiesta
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Dalle indagini sulla “gestione” del porto di Santo Spirito a Bari ù  emerso un intricato sistema di estorsioni, costruito su un sinistro regime di pagamento mensile, variabile in base alle dimensioni delle imbarcazioni e alle stagioni, con una tassa extra durante i mesi invernali. Quattro persone sono state sottoposte a custodia cautelare per il presunto coinvolgimento in queste attività illecite, che includono estorsione continuata aggravata, incendio doloso con modalità mafiose e occupazione abusiva di spazi demaniali.

Il Procuratore Aggiunto Francesco Giannella ha sottolineato che le vittime erano riluttanti a denunciare, creando un clima di omertà e abituazione al ricatto. Solo dopo l’intervento dei carabinieri molti hanno ammesso di essere vittime di estorsione. Le indagini, partite da una segnalazione anonima nell’aprile 2022, hanno svelato un sistema estorsivo consolidato che perdurava da anni, alimentato da minacce e talvolta violenza.

Utilizzando video sorveglianza e intercettazioni telefoniche, è stato documentato il modus operandi di un cinquantaduenne con precedenti penali, supportato da complici, tra cui sua moglie, nel mantenimento di un servizio di vigilanza illegale nel porto. Il denaro estorto, dichiarativamente utilizzato per “protezione” delle imbarcazioni, si aggiungeva ai profitti derivati da parcheggi abusivi sulla spiaggia.

Le misure cautelari evidenziano, secondo il Procuratore Aggiunto, una realtà oscura in territori meno centrali ma non per questo immuni dall’illegalità. Si tratta di una situazione emblematica dei problemi più ampi di Palese e Santo Spirito, dove l’escalation di violenza e criminalità è stata notevole. La cronologia di episodi spiacevoli, inclusi pestaggi e estorsioni, evidenzia la persistente presenza dell’illegalità in questi luoghi, a volte ignorata o tollerata erroneamente come pacifica.

L’operazione nel porto di Santo Spirito ha portato alla luce pratiche estorsive che coinvolgevano anche figure connesse al clan locale. Le vittime, tra cui un assistente di polizia diportista, hanno subito pesanti pressioni finanziarie a titolo di protezione, dimostrando il diffuso controllo illegale nell’area marittima.

La sospetta complicità di uomini con precedenti legami criminali nel tessuto sociale di queste comunità solleva interrogativi sulla diffusa intolleranza all’illegalità. Il porto di Santo Spirito, in apparenza una tranquilla baia balneare, nasconde pertanto un lato oscuro di intimidazione e ricatto. Ieri la risposta dello Stato

sabato 20 Aprile 2024

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Annalisa
Annalisa
13 giorni fa

Sempre per la serie “Sii felice sei a Bari”…