Cinque testimonianze hanno raccontato la forza delle donne in divisa, al servizio dello Stato. L’Unuci di Bari ha festeggiato l’8 marzo con un incontro-dibattito nell’auditorium Ianni del comando della Polizia locale.
Così Rosa D’Eliseo, dirigente superiore dei vigili del fuoco, Giovanna Bosso, maggiore dei Carabinieri, Francesca Perchiazzi, commissario superiore della Poliza locale, Annalisa Colanicchia, capitano dell’Esercito e Beatrice Perciante, capitano della Guardia di Finanza, aprono il libro dei ricordi professionali. Nel ruolo di moderatrice, Antonella Bellomo, già prefetto del capoluogo pugliese.
Emerge uno spaccato di vita quotidiana fatto di esperienze in settori diversi, caratterizzate dal comune denominatore dell’esempio, dell’impegno, della professionalità, del sacrificio, della determinazione. In un mondo ancora al maschile, le donne hanno conquistato sempre più spazio, scegliendo la strada del lavoro di squadra e diventando un valore aggiunto, grazie a quella sensibilità e a quella caparbietà in grado di fare la differenza.
Per tutte un percorso non facile ma ricco di soddisfazioni a dimostrazione di come una donna possa ricoprire qualsiasi incarico. Dall’arruolamento, ai primi incarichi di responsabilità: c’è chi è stata per un anno osservatore Onu al confine tra India e Pakistan, chi garantisce la sicurezza di 160mila persone, chi si è occupata di antiterrorismo, chi provvede all’incolumità di una provincia intera, chi della vivibilità di un’intera comunità.
E’ toccato al presidente della sezione, generale Francesco Saverio Lancianese, fare gli onori di casa e consegnare, alle relatrici, un omaggio floreale e un attestato ricordo.
Inevitabile lo scambio di crest e gagliardetti con le numerose autorità intervenute, a cominciare dal comandante della Polizia locale, Michele Palumbo. Apprezzata e applaudita l’esibizione del coro in divisa, che ha creato, per l’occasione, un repertorio tutto dedicato alle donne. Gradita la presenza degli alunni dell’istituto tecnico Elena di Savoia.
Tira un’aria di arruolamento delle donne, a stento coperta dalla retorica, che ora strumentalizza anche il femminismo.
Evidentemente hanno confuso l’uguaglianza dei diritti con l’uguaglianza dei ruoli.