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Caporalato nelle campagne pugliesi, Flai Cgil: «Non si tocchi la legge 199»

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“Il caporalato è un nemico subdolo, si può combattere senza avere gli strumenti necessari?”
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“La situazione di illegalità diffusa nelle campagne pugliesi si arricchisce di un nuovo fenomeno, il racket sul caporalato. Non sappiamo come altrimenti definire l’ennesimo inquietante episodio che ha visto protagonisti tre cittadini afgani aggredire un loro connazionale che accompagnava i braccianti nei campi, a conferma che l’intermediazione illegale di manodopera e la speculazione ai danni dei braccianti resta una piaga aperta”. È il commento del segretario generale della Flai Cgil Puglia, Antonio Gagliardi, su quanto avvenuto qualche giorno fa a Massafra, nel Tarantino. Nel caso in questione, l’aggredito da due mesi avrebbe ricevuto dagli indagati pressanti richieste di denaro in funzione del numero di connazionali trasportati quotidianamente con la sua auto nei campi di lavoro.

I DATI DELL’ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO

“Il caporalato è un nemico subdolo, si può combattere senza avere gli strumenti necessari?”, si chiede il segretario regionale della categoria dell’agroindustria. Sta di fatto che il fenomeno è ben lungi dall’essere ridimensionato. Lo certificano i dati rivenienti dall’azione istituzionale dell’Ispettorato nazionale del Lavoro (INL). I controlli effettuati nel 2021 hanno riguardato 117.608 aziende (l’11,6% in più rispetto al 2020), solo il 7% ha riguardato il settore dell’Agricoltura. Il tasso di irregolarità in quest’ultimo settore, a livello nazionale, resta alto, al 59%.

Durante le attività ispettive svolte nello scorso anno è emerso che il 44% dei lavoratori impiegati “in nero” avviene in agricoltura, a seguire industria con il 26%, terziario con il 20% e commercio con il 10%. Il 42% dei lavoratori “in nero” sul totale dei soggetti interessati da irregolarità in ambito territoriale riguarda il Sud, il 22% il Centro, il 19% il Nord-Ovest, il 17% il Nord-Est. A livello regionale, gli indici più elevati sono stati rilevati in Calabria (59%), Campania (45%), Puglia (41%).

Intanto, nell’azione di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo nel corso del 2021 è stata riscontrata la percentuale più alta di vittime di sfruttamento lavorativo proprio in Agricoltura con un tasso pari all’11% di cui il 37% interessa la quota di genere; nel settore dell’Industria il tasso riscontrato è pari al 3,7%.

UN BILANCIO DELLA LEGGE 199/2016 CONTRO IL CAPORALATO

“Tra un mese la Legge 199 del 2016, conosciuta con il nome di legge anti-caporalato, dedicata a Paola Clemente, la bracciante morta di lavoro nel 2015 nelle campagne di Andria, avrà compito 6 anni, fortemente voluta dalla Flai e dalla Cgil, permettendo a magistratura e forze dell’ordine di contrastare con efficacia gravi fenomeni di sfruttamento lavorativo e caporalato, nonché pratiche illegali nel mercato del lavoro. Tracciare un bilancio sull’efficacia di una legge è sempre molto complicato, tuttavia si tratta di uno strumento normativo efficace ma siamo anche convinti che la politica deve fare di più. Sarà uno dei temi principali di cui si dovrà occupare la prossima compagine governativa”, sottolinea Gagliardi.

Per la Flai “non bastano le sole azioni di contrasto, che pure hanno più volte certificato che, in diverse aree della nostra regione, come in tutto il Paese, operano associazioni criminali e imprenditori senza scrupoli, per reclutare manodopera agricola, straniera come locale, approfittando dello stato di bisogno e dalla necessità di lavorare, costringendola ad accettare condizioni umilianti”. Eppure la Puglia può vantare le Sezioni territoriali della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, insediate in ogni provincia, che avrebbero dovuto consentire – se tutti gli attori fossero stati disposti e lungimiranti – un accesso trasparente e regolare al lavoro, un corretto incrocio tra domanda e offerta di lavoro agricolo e fornire reali strumenti di contrasto al lavoro nero e sfruttato”. In Puglia le aziende ammesse alla RLAQ sono 1.275, il 20% di tutto il Paese. E Bari e Foggia, con 735 e 483, sono le prime due province italiane per numero di imprese ammesse alla Rete. “Numeri comunque molto piccoli rispetto alla dimensione del settore agricolo e agroindustriale in Puglia”.

“Ciò che ci preoccupa – conclude il segretario generale della Flai pugliese – è che nel nostro Paese si sia aperto il dibattito su un ridimensionamento della Legge 199. Forze politiche di una certa estrazione e lobby trasversali vogliono cancellarla. Si tratterebbe di una scelta politica che un paese civile non può permettersi, semmai le scelte devono continuare ad essere scelte di civiltà e di contrasto a ogni forma di illegalità. In questa direzione accogliamo il provvedimento del Ministero del lavoro dello scorso 17 giugno che, con decreto, ha prorogato l’efficacia del Tavolo operativo per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Ora aspettiamo di capire le intenzioni del prossimo Governo, ma ogni arretramento sarebbe un favore alla criminalità”.

giovedì 29 Settembre 2022

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