La Corte d’assise di Bari ha condannato a 16 anni di reclusione Rocco Lagioia, il 69enne accusato dell’omicidio del 38enne Alessandro Leopardi.
Nei confronti di Lagioia, suocero della vittima, i giudici hanno
riconosciuto la colpevolezza per i reati di omicidio volontario e
occultamento di cadavere, ma hanno escluso l’aggravante della
premeditazione, concedendo le attenuanti generiche. La procura di Bari aveva chiesto l’ergastolo.
I familiari, costituitisi parti civili, hanno ottenuto risarcimenti danni con
provvisionali immediatamente esecutive pari a 50mila euro, per moglie e
due figli minorenni, e a 20mila euro per fratelli e genitori della
vittima.
I fatti risalgono all’ottobre 2014. Il corpo di Leopardi fu trovato dopo alcuni giorni carbonizzato e ridotto in frammenti.
Era stata la moglie del 38enne imprenditore a denunciarne la scomparsa. Rincasata, aveva trovato la porta aperta e le pentole sul fuoco. Il cellulare del marito era nell’appartamento. Pochi giorni dopo, la scoperta di resti di ossa carbonizzate nelle campagne di Valenzano.