A febbraio dell’anno scorso via Re David cambiò nome per un giorno. A qualcuno bastò aggiungere “Bowie” su un cartello per trasformare la dedica all’illustre sindaco dell’Ottocento nell’incoronazione della rockstar da pochi giorni scomparsa.
Un anno dopo, a pochi metri di distanza, la Mediateca ospita Sulle tracce di David Bowie, mostra ideata dal gruppo di ricerca Mem (Mediateca emeroteca musicale) dell’Università degli Studi e Apulia Film Commission.
Una lunga scia di riviste donate da Luca De Gennaro e di copertine di vinili sono le direttrici dell’esposizione, curata da Claudia Attimonelli. Un lungo viaggio dal 1968 agli anni ‘90, fino all’eclissi della Blackstar, nel 2016.
Anni 80, Ciao 2001, Fare Musica, Gong, Il Mucchio Selvaggio, Nuovo Sound, Muzak, Popster, Rockstar, Rockerilla, Super Sound, Rolling Stone, Rock&Folk, Billboard, Les Inrock le storiche testate che rimandano a un universo musicale lontano. Dai raggi psichedelici dei Sessanta al grigio e nero del nuovo secolo: chi, se non l’uomo venuto dallo spazio, avrebbe mai potuto raccontare un cammino così avventuroso.
Uno schermo a cristalli liquidi ci riporta al presente. Scorrono videoclip. Sembrano metamorfosi; sono le molteplici anime del Duca Bianco. La mostra resterà aperta fino al 17 marzo.