Politica

Piano di riordino sanità, Campo: «Perchè ho detto no»

La Redazione
Il consigliere regionale del Pd ieri ha votato contro il testo della giunta Emiliano. Spiega: «Nei 12 ospedali di base pugliesi a rischio le strutture organizzative complesse»
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Per la seconda volta la Regione Puglia ha detto "no" al Piano di riordino della sanità. Il testo con le misure per la riorganizzazione delle strutture ospedaliere non riesce ad avere il via libera della III Commissione consiliare, competente in Assistenza sanitaria e Servizi sociali.

Determinanti per la bocciatura, in entrambi i casi, i voti provenienti dal centrosinistra. A Cosimo Borraccino (Sinistra italiana) ieri si è aggiunto Paolo Campo, consigliere del Partito democratico. Un voto che giunge dallo stesso partito di Michele Emiliano e che fa ancora più rumore. Un voto non facile, a sentire lo stesso Campo, maturato dopo una profonda riflessione.

«Ho espresso il mio voto contrario al regolamento di attuazione del Piano di riordino ospe-daliero in piena coscienza ed a tutela della funzione degli ospedali di base» afferma il consigliere regionale democratico. 

«È la prima volta in 25 anni di attività istituzionale che voto in modo difforme dal gruppo a cui appartengo e l'ho fatto con grande rammarico, ancor più considerando che proprio il mio voto contrario ha determinato il parere negativo della Commissione. Francamente, però, non ho avuto alternative di fronte al rischio che nei 12 ospedali di base pugliesi, compreso quello di Manfredonia, non si possano istituire o mantenere le strutture organizzative complesse. Una norma introdotta nell'ultima versione del regolamento che contrasta con la normativa nazionale, da ultimo il decreto ministeriale 70, e determina il pratico venir meno della funzione stessa di questi presìdi di salute».

Secondo il consigliere del Partito democratico «gli ospedali di base devono essere dotati di almeno 4 strutture – chirurgia generale, medicina generale, ortopedia e pronto soccorso – salvo riconoscerne ulteriori utili al bacino di riferimento».

«Dopo aver spiegato – continua Campo – i miei ragionevoli rilievi al direttore generale del dipartimento, presente in Commissione al posto del presidente Emiliano a Roma per importanti impegni istituzionali, e nonostante le sollecitazioni del presidente della Commissione Pino Romano, ho ottenuto solo che "laddove esistenti" le strutture complesse potranno continuare ad operare. L'ambiguità della norma non mi ha consentito di ritenere superato il merito della questione sollevata, di ordine generale e non campanilistica, e per tale ragione ho espresso il voto contrario».

«Voglio ribadire – aggiunge – che la mia opposizione è stata sul merito del provvedimento, anche se non mi sfugge il suo significato politico. Per cui ritengo necessario confermare esplicitamente la mia lealtà al presidente Michele Emiliano, con il quale avrò modo di chiarirmi a brevissimo, e alla maggioranza di cui sono parte. Ed invito il presidente della Commissione, che ha condotto con equilibrio e sagacia il confronto, a recedere dall'intento annunciato di presentare le dimissioni».

giovedì 19 Gennaio 2017

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