E’ difficile capire se il grido d’allarme lanciato dall’Adiconsum di Puglia, sia stato determinante per far reagire le forze politiche, ma certo è che in Commissione Bilancio è stata votata a maggioranza la proroga di un anno l’entrata in vigore della cosiddetta “eco-tassa”.
In effetti, l’ Adiconsum di Puglia era intervenuta con forza per bocca di Giovanni d’Elia, suo referente regionale, che aveva parlato di vero e proprio salasso per i pugliesi l’insieme della spesa relativa alla vecchia Tarsu.
Così il rinvio dell’ecotassa è passata a maggioranza, ma con il voto contrario dei vendoliani, questione che non è certo passata inosservata, tant’è che Il Consigliere Regionale del Gruppo Consiliare “Puglia Prima di Tutto” Andrea Caroppo ha parlato di vero e proprio “atto dovuto nei confronti di comunità già troppe oberate di tasse e di oneri”.
In realtà, in Commissione è stato respinto l’emendamento che rinviava al 2015 l’entrata in vigore dell’aliquota massima dell’ecotassa per i comuni in prima Commissione consiliare, con all’Ordine del Giorno il parere sulle “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2013 e pluriennale 2013-2015 della Regione Puglia”, presentato dal Consigliere Francesco Laddomada de La Puglia per Vendola, che, pur non essendo componente della prima commissione, era stato sollecitato dalle esigenze e necessità dei comuni, che non hanno raggiunto il 40% di raccolta differenziata.
“Le ragioni della mia richiesta di posticipo di ben due anni dell’ecotassa – ha spiegato Laddomada – tengono conto da un lato della circostanza che dalla prossima primavera entrerà in vigore la Tares, dall’altro della grave difficoltà economica che i sindaci sono costretti a fronteggiare alla luce delle penalizzazioni economiche e normative previste dal governo nazionale”.
Per Laddomada l’ecotassa, la cui ratio è di indurre i comuni alla raccolta differenziata, finisce, infine, per ricadere, di fatto, sui cittadini aggravando il già
insostenibile carico fiscale ai quali sono soggetti.
“Il mio emendamento, bocciato, perché è passato quello che ha previsto un solo anno di proroga – conclude Laddomada- richiedeva di posticipare l’entrata in vigore del tributo speciale di due anni per consentire ai comuni una più serena attività di programmazione economica e finanziaria”.