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Sanità, anche quella privata accreditata è messa in ginocchio dalle politiche regionali

la Redazione
Nonostante lo sblocco delle assunzioni la copertura di assistenza è ai limiti del sostenibile, anche nel privato
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Esulta il segretario generale dell’Usppi Nicola Brescia: dopo diverse battaglie sostenute sia a Bari che a Roma, è stato concesso dal Ministero il via libera alle deroghe e di conseguenza alle assunzioni nella sanità pugliese.
A Roma, infatti, un tavolo tecnico di rappresentanti politici e sindacali, ove era presente anche il segretario del Sindacato, ha concesso il via libera: parrebbero vicine le assunzioni  e le conseguenti retribuzioni di 170-180 infermieri, oppure, in alternativa, 70-80 medici.

È chiaro che si sceglierà di bandire concorsi sia per una categoria che per l’altra, distribuendo le risorse disponibili tra medici e infermieri, secondo le necessità ed è proprio in questo ambito che Brescia invita il direttore generale della Asl di Bari, il dott. Colasanto, anon dimenticare i cosiddetti “de-stabilizzati” e a procedere così alle conciliazioni per circa 97 di loro.

L’intesa apre quindi la strada ai concorsi, fermi da quando il Piano di rientro 2010-2012 ha  imposto il blocco del turn-over (e dunque delle assunzioni) a scopo di risparmio. Non appena il decreto Balduzzi (dal nome del ministro della Sanità) verrà convertito in legge dal Parlamento, sarà consentito sbloccare il turn-over, in tutte le regioni in Piano di rientro, per una cifra pari a 15 lavoratori ogni cento pensionamenti. Ora in Puglia la situazione non è del tutto chiara poiché si discute se  la base di calcolo debba essere il numero dei pensionati nel 2012, stimati in 750, o quello dell’intero triennio di vigenza del Piano di rientro, circa 4.700

Buone notizie quindi, a fronte, però, di un’altra ennesima valanga di licenziamenti e cassa integrazione. A denunciarlo è sempre il segretario dell’Usppi.
Nel mirino vi sono le cliniche private, ove risultano più di mille i dipendenti che presto resteranno senza lavoro a causa delle riduzioni dei tetti di spesa imposti dalla Regione per il piano di riordino. Per questo l’Usppi ha chiesto all’assessore alle politiche della Salute, Ettore Attolini, di convocare ad horas un “tavolo tecnico” con tutte le parti interessate (sindacati – aziende e regione puglia), per verificare cosa sta accadendo nella sanità privata.

Già molti gruppi hanno annunciato drastici tagli al personale e il blocco delle attività di day hospital, con ripercussioni gravissime anche sugli ospedali pubblici, già alle prese con le liste di attesa infinite. Eppure, solo per cinque cliniche, (Anthea, Gruppo Cbh, Santa Maria, Casa Bianca, Villa Imperatore) il tetto di spesa finanziario è passato da 137.108.349,04 di euro nel 2010, a 111.445.408,14 euro assegnati con delibera 720/12 dal direttore generale della Asl per l’anno incorso.

Del resto, assolutamente condivisibili sono le parole del presidente di Confindustria Puglia, Angelo Bozzetto e del delegato alla Sanità per gli industriali baresi, prof. Giuseppe Speziale,  dopo l’analisi dei dati ufficiali venuti fuori dai bilanci 2011 delle Asl dai quali si evince come “i tagli delle risorse alle Case di Cura accreditate hanno portato ad un aumento della mobilità passiva extraregionale, paralizzando tutto il sistema delle imprese del settore”.

Ancora una volta, insomma, le politiche sanitarie pugliesi brancolano nel buio, dando meno risorse alle Cliniche Private locali e facendo ricadere sui dipendenti i sacrifici – tuona Nicola Brescia Usppi. Per la Puglia la situazione è ancora più drammatica dal momento che la sanità privata accreditata svolge una fondamentale funzione di integrazione, soprattutto per la specialistica, ad un sistema pubblico già da tempo orami in affanno.

Naturalmente – conclude il sindacalista –  per tutti pagheranno gli ammalati ai quali sarà impossibile assicurare livelli dignitosi di assistenza, visto che ormai negli ospedali pugliesi non sono più garantiti neanche i servizi essenziali e che i concorsi vengono fatti solo dove e se c’è qualche interesse per farli. A farne le spese i pazienti degli ospedali pugliesi, in reparti privi di medici e infermieri, mentre amministratori e politici litigano sui loro stipendi o sui rimborsi elettorali ai loro partiti".

lunedì 29 Ottobre 2012

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mister  x
mister x
11 anni fa

NICOLA BRESCIA? ma campa ancora? ora si rivede perche’ avra’ letto che ci sono assunzioni nella sanita’ e lui da buon sindalista ha da sistemare qualche suo parente