Cronaca

Strage nella caserma dei Carabinieri a Rovigo. Non è la prima volta…

Giovanni Settanni
Tredici anni fa Turi, nel barese, fu protagonista di storie simili
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Due carabinieri e una donna sono morti in una sparatoria nella caserma dell'Arma di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Le vittime sono il comandante della stazione Antonino Zingale, 49 anni, di origine siciliana, sua moglie Ginetta Giraldo, 49 anni, padovana di Arzergrande, e un altro carabiniere, l'appuntato Renato Addario, 50 anni.
L'appuntato, secondo una prima ricostruzione, sarebbe entrato in caserma passando per un ingresso secondario e si sarebbe subito portato verso il cortile sul retro, dove il maresciallo stava lavando l'auto. Con lui c'era anche sua moglie. Una volta lì, ha sparato prima al comandante e poi ha rivolto l'arma contro la donna che si trovava a una trentina di metri di distanza e stava correndo verso il coniuge a terra. Poi si è ucciso sparandosi alla testa.
Le cause sono ancora al vaglio degli inquirenti, si parla di dissidi all’interno della Caserma, ma nessuno poteva immagine che potevano provocare questa strage che ha lasciato sgomento il piccolo paese rodigino, il cui Sindaco ha rilasciato una laconica dichiarazione: “Siamo sotto shock”.

Questa tristissima storia, consumata nelle mura di una “normale” caserma, di una “normale” cittadina di una “normale” provincia italiana non è la prima volta che succede: tredici anni fa in una notte fredda di inverno, 22 Febbraio 1999, nella caserma dei Carabinieri di Turi, nel sud-est barese, il vicecomandante Massimo Giurato uccise a pistolettate il suo superiore il Luogotenente Vito Andrea Cifuni subito dopo si rivoltò la pistola alla tempia e sparo, portandosi con lui i veri motivi del gesto.

Una storia questa rimasta dopo tanti anni nelle menti dei cittadini del piccolo paese famoso per le ciliegie e per aver ospitato nel proprio Carcere Sandro Pertini e Antonio Gramsci.
Ma la storia non finisce qui, sempre nel maledetto anno del Signore 1999, Turi entra nuovamente nelle pagine di Cronaca nera di tutti i giornali d’Italia: a Bovalino, nelle vicinanze di Reggio Calabria, due poliziotti originali di questo piccolo paese, Tonino Coletta e Giovanni Cistulli,sono protagonisti di un altro episodio di sangue terrificante.

Secondo il questore di Reggio Calabia, in quel periodo Franco Malvano, il Coletta, mentre, giocava con la pistola in Caserma, accidentalmente spara un colpo uccidendo il suo collega e compaesano Giovanni Cistulli, constatato l’accaduto e rimasto sconvolto, anche lui si rivolge l’arma alla tempia e si uccide.

Questa versione dopo tanti anni lascia ancora interdetti e tantissimi dubbi!

Cosa accomuna questo storie, tante vite spezzate, famiglie distrutte, paesi basiti, ma onestamente tante reticenze verso la verità?

martedì 2 Ottobre 2012

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