Attualità

Tarsu, Tia, Tares un comune denominatore : “T”, come tasse

Gaetano Macina
I cittadini esasperati e confusi da tante sigle e si sentono presi in giro
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Ma la democrazia esiste in Italia? Cittadini ed amministrazioni pubbliche sono sullo stesso piano davanti alla Legge? Se sbaglia il cittadino paga subito e salato, se sbaglia l’amministrazione pubblica i tempi di rimborso sono indefiniti .E’ giusto tutto questo?

"Certamente no- asserisce Carlo Cirasola, dirigente del Movimento Schittulli nonché segretario aziendale del sindacato Regionale D.I.C.C.A.P, non si può continuare a vessare e prendere in giro il cittadino in materia di tasse e servizi da corrispondere. L’ultima presa in giro è del Governo Monti che alla richiesta di molti cittadini di avere il rimborso dell’IVA per la T.I.A pagata (dove applicata dai comuni) sta tergiversando e prendendo tempo senza decidere nulla. E’ importante sottolineare -afferma Cirasola-che  alcuni Comuni , applicano ancora la Tarsu, altri la Tia, chi la Tia1, chi la Tia2. Il passaggio dalla Tarsu alla Tia (Tariffa Igiene Ambientale) avrebbe dovuto completarsi entro la fine del 2008, sulla base di un regolamento ministeriale mai emanato. A Bari l’assessore Giannini nella relazione di accompagnamento alla delibera di Marzo 2010 N°212 tra l’altro affermava  che in previsione dell’introduzione di un modello futuro di prelievo sui rifiuti (TIA) doveva esserci la copertura integrale dei costi del servizio e quindi l’esigenza non più rinviabile di iniziare un percorso di graduale avvicinamento alla misura del prelievo ottimale sui rifiuti, anche sotto il profilo del grado di copertura dei costi del servizio, al fine di evitare bruschi, e come tali inaccettabili dalla cittadinanza  e qui scattava il primo aumento del 25 % della TARSU.

Sempre lo stesso Giannini, continua Cirasola,  ultimamente in coniglio comunale   affermava fra l’altro < l’incremento della TARSU  si rende necessario per consentire un aumento graduale delle tariffe, al fine di evitare bruschi cambiamenti tariffari, contestualmente all'applicazione del nuovo tributo TARES, a far data dall’1 gennaio 2013>> e quindi un altro aumento del 30%. Le motivazioni  sempre le stesse ,cambiano solo le percentuali di aumento. Giannini,  facendo la scoperta dell’acqua calda, continua Cirasola, ha  affermato anche che  la TARSU è un obbligo di legge ma anche l’introduzione della TIA era un obbligo di legge e solo il marasma giuridico, classico in Italia, ha consentito  libere interpretazioni ai Comuni che si sono sbizzarriti ad applicare chi la TARSU chi la TIA ed altri la TIA1 la TIA2 ecc. Ma non è finita, dice Cirasola, nata con  il famigerato  federalismo fiscale e ritoccata recentemente con la manovra salva Italia, dal 1 Gennaio 2013 scatta la nuova tassa ,la TARIES. Con la sua introduzione la Tarsu e la Tia, andranno in soffitta. Un cambio non solo di nome ma di tutte le caratteristiche della tassa sui rifiuti. La particolarità del Res o Tares infatti sarà quella di coprire non solo il costo di gestione dei rifiuti urbani, ma anche i costi di altri servizi pubblici, come il servizio di illuminazione pubblica, manutenzione del manto stradale, ecc. il tributo Tares infatti si comporrà di due quote: una determinata sulle componenti essenziali del costo del servizio e una rapportata alla quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e ai costi di gestione.

Ritornando al presente Cirasola pone l’attenzione su quei balzelli di contorno alla tassa principale sui rifiuti. Dalle bollette arrivate ai contribuenti baresi si evince che è applicata anche una aliquota max del 5% a favore della Provincia  che è un tributo di tutela ambientale (?). Poi l’ECA (ex Ente Comunale Assistenza) che, a parere di alcuni avvocati,  tra cui Emanuele Guerrieri Ciaceri, non dovrebbe essere applicata e ne spiega le ragioni : "La legge istitutiva dell’addizionale ECA , la 614 del 1938, è stata abrogata con la legge 9 del 18 febbraio 2009. A cascata, tutte le altre disposizioni che ad essa si sono richiamate sono ormai prive di senso, perché rinviano a una norma non più in vigore! Nessuna addizionale è, pertanto, applicabile, né con ruolo né con richiesta diretta. In altri comuni, per l’addizionale ECA ci sono state recenti iniziative di protesta, che hanno visto partecipare associazioni e partiti di opposizione  a Bari invece nulla di tutto questo, come al solito".

L’esponente politico, a fronte di tutto questo, invita gli amministratori baresi ad alcune riflessioni sul tema delle tasse sui rifiuti in considerazione delle proteste, a suo parere legittime, della cittadinanza barese.

L’obbligo del pagamento della tassa sui rifiuti è un dato di fatto da tempo immemorabile; a questo obbligo però deve corrispondere un servizio a favore dei contribuenti  e fa degli esempi: "la sanificazione regolare dei contenitori  a  Bitonto, non parliamo di Milano precisa,  viene effettuata mediante immissione periodica nei cassonetti di prodotti enzimatici per evitare  l'imbrattamento dei contenitori e della produzione di cattivi odori. In questo modo, sempre a Bitonto, i lavaggi possono essere diradati nel tempo  e sono  previsti quattro lavaggi all'anno per ciascun tipo di cassonetto. A Bari niente sanificazione e niente lavaggi. Gli  operatori ecologici non devono essere maleducati nei confronti dei cittadini che si rivolgono a loro. Applicazione concreta delle operazioni di spazzamento nei giorni e vie previste nel regolamento dell’AMIU. Assicurazione di presenza di cassonetti differenziata in tutta Bari e periferie. La polizia municipale deve controllare e sanzionare gli sporcaccioni e gli operatori ecologici che non fanno il loro dovere."

"La gente, conclude Cirasola, ha diritto di  avere un servizio e non pagare tasse esose per un disservizio".

sabato 8 Settembre 2012

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