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Sanità, si torna ad assumere?

La Redazione
Una buona notizia per gli ospedali svuotati dal blocco del turn over ma anche per i tantissimi aspiranti camici bianchi che attendono di accedere al mercato del lavoro
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Per la prima volta dopo anni si intravede luce in fondo al tunnel. La sanità pugliese potrà, salvo colpi di scena tornare ad assumere. Una buona notizia per gli ospedali svuotati dal blocco del turn over  ma anche per i tantissimi aspiranti camici bianchi che attendono di accedere al mercato del lavoro.

Per comprendere la portata di questo primo, non definitivo via libera, bisogna leggere le piante organiche approvate dalla giunta che ridisegnano il fabbisogno di ognuna delle asl pugliesi.

Una storia che si trascina da mesi, fra ritardi e incomprensioni sui vari criteri da utilizzare per redigere le dotazioni. Consegnate in Regione con ritardo rispetto a quanto stabilito dalla legge regionale 11/2012 di maggio scorso, qualche settimana fa sono tornate ai mittenti per ulteriori correzioni. Nella sede dell’ex Cto sul lungomare barese che ospita la Asl di Bari il valzer delle cifre è durato fino a due giorni fa. Otto persone tra tecnici e dirigenti hanno lavorato incessantemente per correggere gli errori.

Il direttore generale, Domenico Colasanto, fissa paletti su cui basano le piante organiche baresi: "Dobbiamo rispettare vari vincoli, tra cui quello per la spesa consentita per la dotazione organica, dell’1,4% rispetto alla spesa storica del 2004. Altro limite è rappresentato dalla delibera 1.388 del 2011 che stabilisce il numero di strutture complesse, vale a dire di primari, consentite per ogni Asl".

Anche qui il solito balletto delle cifre. Se nella prima versione del piano di riordino i direttori sarebbero diventati 147, con la seconda fase devono ridursi a 141. Ma è proprio sui primari che si effettua il taglio più pesante visto che fino al 2011 la dotazione organica del’Asl barese prevedeva ancora 218 strutture complesse. La nuova versione dirà quindi addio a ben 77 primari, un risparmio in termini di stipendi frutto anche dei numerosi accorpamenti di reparti effettuati nel corso del piano di riordino. In questo caso i tagli sono stati effettuati per la maggior parte negli ospedali periferici, mentre San Paolo e Di Venere, i due presidi più grossi della Asl barese mantengono intatte le loro strutture complesse.

Anche la cifra sulla nuova dotazione di personale ha subito continui cambiamenti. Due giorni fa era di 1.300 il numero di nuovo personale necessario (tra medici, infermieri, ausiliari e tecnici). Dopo un ulteriore incontro in Regione, la cifra si è ridotta della metà e ora il fabbisogno di personale della Asl barese è di 760 unità (suddivise fra tutti i profili professionali), su 8.900 posti totali coperti.

Cifre che non vanno giù all’Usppi Bari: "Ci siamo trovati di fronte a una riduzione dei costi con un conseguente abbattimento del numero dei dipendenti da assumere per riempire le carenze. Si continua a fare una discussione ragionieristica al di là delle vere esigenze dei cittadini " afferma il segretario generale dell’Usppi Nicola Brescia.

domenica 26 Agosto 2012

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franco dacorato
franco dacorato
11 anni fa

prima di assumere verificare tutti i posti a rischio licenziamento nelle strutture private che, ormai, se ne infischiano della situazione economica della gente e ,pur ricevendo quanto spettante dalla Regione(pur di mantenere i l livello esagerato di tenore di vita che abitualmente consumano i proprietari e i loro accoliti) stanno per buttare per strada centinaia di dipendenti, colpevoli solo di esistere- Questi pseudo manager del cavolo andrebbero,loro si, commissariati per i danni che provocano-attenzione che la pazienza è alla frutta