Attualità

“Così non puliamo più”

Davide Impicciatore
Da stamattina è iniziato lo sciopero ad oltranza a causa del taglio delle ore di lavoro del 45%
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Hanno pulito per anni l’università. Ora non ce la fanno più.
Sono in una condizione drammatica i lavoratori addetti al servizio di pulizie dell’Università degli Studi di Bari, che da oggi si sono riuniti per protestare contro i continui tagli e le false promesse dei dirigenti dell’Università: parte da oggi lo stato di agitazione permanente di tutti i pulitori dei plessi universitari.
Proprio da questa mattina si sono riuniti all’ingresso dell’Ateneo, lato via Crisanzio, i lavoratori di CGIL, UGL, UILTuCS e UIL TRASPORTI, circa un centinaio di persone hanno manifestato i loro disagi, causati da una politica economica discutibile e – quasi sempre – scorretta.
“160 famiglie ridotte in povertà dall’Università”, cita uno striscione appeso alle finestre del palazzo Ateneo. “Da novembre 2010 a oggi”, ci dicono Vincenzo Andreani (UIL Trasporti) e Vasienti (UGL), “ci sono stati una serie di tagli, di riduzioni, sino ad arrivare al 45% in meno delle ore di lavoro. C’è stato anche l’intervento della Regione Puglia che – assieme ai sindacati – è riuscita ad ottenere la cassa integrazione in deroga, la quale però scadrà a ottobre. Abbiamo avuto tante promesse dall’Università di Bari, mai mantenute. Ci sono stati anche tanti incontri in Prefettura, senza ottenere nessun risultato.”
I lavoratori ora sono arrivati davvero a un punto critico: “Gli orari di lavoro sono dimezzati, al contrario delle prestazioni di lavoro che, invece, sono anche aumentate”, ci dice Andreani.
E’ soprattutto a causa del taglio delle ore di lavoro del 45% che i lavoratori si sono riuniti in assemblea permanente, perché tale provvedimento, oltre a ridurre drasticamente gli stipendi degli operai, ricorrendo appunto alla cassa integrazione in deroga, ha provocato un enorme aumento dei carichi di lavoro, come appunto hanno denunciato i sindacati, “in quanto – come si legge nel comunicato delle sigle sindacali – i lavoratori sono costretti a pulire le intere facoltà con delle ore di lavoro dimezzate, producendo un inevitabile problema igienico-sanitario all’interno delle strutture”. Quindi questa condizione di lavoro non danneggia soltanto i lavoratori, ma anche tutti gli utenti dei plessi universitari, studenti, docenti, dirigenti, personale amministrativo e chiunque trascorra le proprie ore in Università.
I lavoratori in protesta sono intenzionati a non fermarsi senza che prima vengano ascoltati e aiutati dalle autorità competenti: già forti le iniziative di questa mattina, come il blocco del traffico di via Crisanzio (molti si sono sdraiati sull’asfalto, impedendo alle automobili il transito), o l’utilizzo di fischietti e tamburi per attirare l’attenzione della gente. Qualcuno più irruento (per fortuna pochi) hanno battuto forte su muri e porte del palazzo Ateneo, rischiando pure di danneggiare la struttura mussoliniana – per fortuna sono stati presto interrotti dagli altri lavoratori, che hanno trovato nuovi modi per attirare l’attenzione.
“Non escludiamo successive iniziative di protesta, anche molto eclatanti”, hanno concluso i sindacati.
Speriamo qualcuno si accorga di questi lavoratori, troppo spesso trascurati, anche perché se loro non possono lavorare le conseguenze ricadono anche su tutti gli altri, e purtroppo, queste conseguenze sono già visibili da mesi agli occhi di tutti gli utenti dell’università.
Provare per credere.

martedì 3 Luglio 2012

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