Politica

AQP, Vendola immagina una nuova governance

Luca De Netto
Le reazioni di IDV e CISL all'idea di modello tedesco
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La proposta rivoluzionaria di Nichi Vendola sulla gestione dell’Acquedotto Pugliese fa discutere politica e sindacati. Del resto, non è di poco conto l’idea di portare lavoratori Aqp e cittadini nel board della società di diritto pubblico: non un azionariato popolare (che implicherebbe la cessione da parte del proprietario, la Regione, delle quote societarie), ma una governance alla «tedesca», con sindacati e cittadinanza coinvolti nei processi decisionali delle grandi aziende.

Apprezziamo la scelta della regione Puglia di consegnare la gestione dell’Aqp a cittadini e lavoratori, è un primo passo verso l'allontanamento dei partiti dall’amministrazione degli enti regionali – a dichiararlo è l’On. Pierfelice Zazzera (IDV)– noi dell’Italia dei Valori condividiamo l’idea di gestione collettiva degli organismi territoriali da parte dei cittadini e dei lavoratori, i quali svolgono una grande opera meritoria. Bisogna completamente respingere l’ingerenza partitica negli affari di natura prettamente regionale, resta tuttavia da comprendere – conclude il dipietrista – il modello di gestione che si vorrà dare all’ente che per noi non puo' che rispettare l’esito del referendum popolare.”.

Per quanto riguarda la CISL, si registra la dichiarazione del Segretario generale della Cisl di Puglia, Giulio Colecchia, secondo il quale “la proposta di Vendola ci sembra che possa aprire una fase nuova nella gestione dei servizi pubblici. É importante, poi, che la discussione parta dall'Aqp, società della galassia regionale che è motivatamente oggetto, da tempo e da più parti, di osservazioni critiche nei confronti del management, delle tariffe, della sostenibilità dell'indebitamento, nonché della qualità delle relazioni sindacali. Premettiamo che cogliamo l’intento positivo di far partecipare lavoratori e cittadini non solo a mere fasi di controllo, ma ad un più ambizioso e moderno processo di condivisione e partecipazione alla fase decisionale. I riferimenti al modello tedesco ci confortano in questa decisione.
Bisogna, con attenzione, però, evitare la riproposizione di modelli di centralismo democratico
– sottolineano dalla CISL – che non hanno avuto grandi successi in passato. Perciò la Regione deve favorire la presenza nei Consigli d’Amministrazione dei lavoratori, attraverso una loro partecipazione all’azionariato con risparmi contrattuali e dei cittadini a mezzo dell’azionariato popolare. La rappresentanza nel CdA dell'Acquedotto pugliese non può che essere fondata sull'interesse che deriva da una “partecipazione responsabile” alla costruzione del “capitale sociale” anziché dal riconoscimento ope legis di ruoli amministrativi.

Infatti, il fondamento di una corretta partecipazione sociale al governo di società che gestiscono beni e servizi d'interesse collettivo risiede nell'”equilibrio” che si determina tra i diversi portatori di interessi (enti pubblici, soggetti privati, dipendenti, cittadini contribuenti e utenti).

La presenza in un CdA in quanto portatori di meri interessi “politicamente” identificati non garantirebbe lavoratori e cittadini a meno che non fosse riconosciuto loro un abnorme “potere di veto”, strumento comunque inadeguato e finanche dannoso ai fini della corretta gestione di una società.

Il passaggio da una gestione esclusivamente pubblica ad un modello di coinvolgimento di tutti gli interessi in campo rappresenterebbe un avanzamento della democrazia partecipativa così come indicato dagli articoli 46 e 47 della Costituzione laddove sono stati stabiliti i capisaldi della democrazia economica.
 

martedì 3 Luglio 2012

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