Cronaca

Maxioperazione Gibbanza 2

Laura Bienna
Sei i giudici indagati, uno già in manette
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“Arbitro in terra del bene e del male”, così De Andrè definiva il giudice, uomo dalla grande statura morale. Peccato che, troppo spesso, i giudici si dimentichino di essere l’espressione in terra della Legge e del Diritto e finiscono loro stessi in tribunale, ma sbagliando lato del bancone.

E’ quello che è successo a Bari nel corso dell’operazione che, eloquentemente, la Guardia di Finanza ha chiamato “gibbanza” (letteralmente “tangente”).  Una maxi operazione che oggi conta 47 persone indagate e che ha portato “a galla” un sistema che, prima falsava i dati tributari per la gioia dei contribuenti, poi permetteva di pilotare le sentenze tributarie grazie a giudici “bonari”. Una vera e propria “compravendita” degli atti giudiziari, in cui le decisioni favorevoli dei magistrati dinanzi alle commissioni regionali, venivano presumibilmente acquistate anche a suon di biancheria intima e lattine di olio.

I controlli fiscali degli uomini delle Fiamme Gialle davano esiti diversi, così gli agenti, insospettiti dalle discordanze nelle cifre, hanno fatto partire l’operazione. Oggi si stima che, se il meccanismo corruttivo avesse funzionato indisturbato, si sarebbe avuto una perdita ai danni dello Stato di oltre cento milioni di euro, ai quali vanno aggiunti gli ulteriori duecento milioni di euro pari al valore di mercato di numerosi immobili sequestrati nel corso della medesima operazione.

E fra le persone indagate 6 sono giudici tributari ai quali si contestano una serie di reati: falsità materiale e ideologica, corruzione, frode processuale, riciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

A essere condotto sul bancone degli imputati, però, per ora solo il magistrato onorario Oronzo Quintavalle. Per gli altri al momento sono in corso le indagini e, a breve, sarà fissata la data per l’interrogatorio in udienza, che dovrebbe fare luce sull’effettiva implicazione degli stessi nel sistema fraudolento. Per i cinque magistrati che sono Aldo D’Innella, Vittorio Masiello, Francescopaolo Moliterni, Francesco Ferrigni e Giuseppe Savino, il p.m. ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici.

Ma a finire in manette anche altri componenti della Commissione Tributaria Regionale: si tratta dei commercialisti Francesco Balducci, Michele Di Fonzo e Gianluca Guerrieri. Altri noti professionisti del panorama pugliese sono, invece, agli arresti domiciliari, si tratta perlopiù di commercialisti, avvocati e funzionari di banca, tra i quali lo stesso fratello di Quintavalle, Sisto.

Si attendono ora gli esiti dell’udienza preliminare e delle indagini, ancora in corso.

 

martedì 29 Maggio 2012

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