Attualità

Scegliere come e se morire: è giusto?

Marika Monaco
Mina Welby e Beppino Englaro hanno messo a disposizione degli studenti baresi le loro esperienze
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"Io amo la vita… Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude…purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio…"

Questo scrisse Piergiorgio Welby il 21 settembre 2006 nella lettera inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E nessun altro periodo riuscirebbe ad esprimerne al meglio l'essenza.

Chi di noi non ha letto o sentito le vicende che hanno travolto le vite di Eluana Englaro e Piergiorgio Welby? Esperienze e casi diversi uniti dallo stesso "piccolo" comune denominatore: il rispetto. Rispetto per e della vita.

Ieri nell'Aula Starace della Facoltà di Scienze Politiche si è tenuto un incontro al quale hanno partecipato Fabio Losito – Assessore comunale alle Politiche giovanili, Accoglienza e Pace – Nicola Colaianni – professore ordinario presso la Facoltà di Giurisprudenza – la dottoressa Serena Corrao – coordinatrice Consulta di Bioetica di Lecce – l’Unione Atei e Agnostici Razionalisti del circolo di Bari, e, ovviamente, Mina Welby e Beppino Englaro.

Il tutto è stato organizzato dall’associazione studentesca Link Bari e finanziato con il Fondo per attività autogestite sociali e culturali dell'Università di Bari "Aldo Moro".

L'assessore Losito ha esordito ponendo l'attenzione sulla nostra città e su quanto poco questi temi siano affrontati. Inoltre ha evidenziato anche l'aspetto laico della "questione" affermando che «la laicità, per quanto rientri nei dettami della società, non vi trova il giusto spazio». La dott.ssa Corrao ha raccontato quanto oggi l'etica laica appaia quasi sinonimo di "morte". Chiaro riferimento, questo, alla volontà da parte della Chiesa di negare il funerale religioso a Welby.

E qui si va oltre il tanto citato "testamento biologico", si parla di vita. Di vite che dovrebbero avere il diritto di autodeterminazione. L'articolo 32 della nostra Costituzione tratta del rispetto della persona umana. Perchè dunque non rispettare le scelte di una persona, indipendentemente dalla sua mutata condizione fisica?

Mina Welby ha ribadito quanto spesso siano volate via vite per una scelta medica errata. Ognuno dovrebbe essere in grado di scegliere, anche se si dovesse trattare di cure da seguire. Cure che si vogliono intraprendere.

Artefice della creazione d'un Registro dei testamenti biologici a Roma, la Welby spera ne possano nascere in tutti i comuni italiani. E Bari, pare volersi impegnare in tale progetto.

Mina e Beppino si battono da anni affinchè siano accettate le varie scelte di e oltre vita, in modo tale non si ripeta la stessa lunga, tormentata, storia. Dimostrazione, questa, del più totale rispetto nei confronti dei propri cari e d'amore più puro.

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mercoledì 23 Maggio 2012

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