Cultura

I più famosi serial killer al Policlinico di Bari

Miriami Maggi
Iniziativa promossa da Azione Universitaria con il contributo del fondo per le attività autogestite dall'Uniba
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Il mondo dei serial killer affascina tutti e il convegno di ieri pomeriggio nell’aula magna del Policlinico di Bari ne è certamente una prova tangibile e da record. Boom di adesioni, oltre 1000 le richieste di partecipazione e per i primi fortunati un excursus “omicida” appassionante e altamente professionale. Nicola Minerva laureando in Medicina e responsabile del gruppo anticrimine degli studenti di Bari, il luminare del grande successo.

“Un progetto multidisciplinare nato per collegare studenti di diversi corsi di laurea dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”,  – ha commentato Minervsa – da medicina e chirurgia a giurisprudenza , da tecniche della riabilitazione psichiatrica a scienze e tecniche psicologiche… un viaggio attraverso la medicina legale, passando per la psicopatologia forense e la psichiatria, soffermandoci sulla criminologia ed il diritto penale…un’iniziativa che ha riscosso molto successo tra gli studenti, un numero di richieste di iscrizioni ben oltre il numero di posti disponibili nelle 2 aule, ed è per questo che ho garantito a tutti gli esclusi che organizzerò nei prossimi mesi altri convegni incentrati sulla stessa tematica, in cui approfondiremo altre sfaccettature dell’inquietante figura del serial killer”.

Cause psicologiche e comportamenti, il degenerare del delitto nella nostra società, processi storici, sistemi investigativi e analisi della scena del crimine: questi i temi discussi, tutti illustrato da relatori d’eccezione.

Ad indicare cosa spinge ad uccidere persone “relativamente” normali e ben inserite nel loro contesto sociale, non giornalisti del calibro di Barbara D’Urso, plastici alla Bruno Vespa o verità da “Chi l’ha visto”, bensì direttori tecnici, assistenti della Polizia di Stato e docenti specializzati. “Nelle Nazioni serie – sostiene Francesco Introna (presidente della scuola di specializzazione in medicina legale e docente ordinario)-  non vi sono trasmissioni televisive e in tribunale non è presente neanche un fotografo… Tutti purtroppo siamo condizionati da nozioni distorte a causa dei quintali di “Porta a Porta” che ci beviamo!”.

Graditi e smisurati i plausi per i consigli ai ragazzi del “futuro”, affinché possano svincolarsi dal chiacchiericcio dei mass media. A rendere ridicolo il nostro sistema, dunque, siamo noi in primis.

Il Dott. Pietro Battipede, Vice Questore della Polizia di Stato, responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari lo conferma. “Ai tre gradi di appello in Italia se ne aggiunge un altro: il giudizio della sentenza mediatica! Lì si vuole arrivare prima della magistratura e questa penetra molto di più di quella reale. Nella riflessione bisogna eliminare l’elemento presunzione. Non sempre l’opinione personale è utile difatti io la esprimo attraverso i miei scritti thriller, passione che nasce dopo il caso: Roberto Succo, che arrestai personalmente”. 

La storia di Roberto Succo famosa anche per il film che ne conseguì è raccapricciante tanto quanto il personaggio, ma lo sono anche gli altri, da Jack lo squartatore, Vincenzo Verzeni detto “il vampiro di Bergamo”, Luigi Chiatti “il mostro di Foligno”, Gianfranco Stevanin al genere più pericoloso: la donna. “Leonarda Cianciulli – racconta la dott. ssa Rosalisa De Sario – Medico Principale della Polizia di Stato e Criminologa- è la famosa “saponatrice di Correggio”. Nata in seguito a una violenza carnale ebbe un’infanzia difficile. Da piccola una volta ingoiò due stecche del suo busto, sempre con l’intenzione di morire, e mangiò alcuni cocci di vetro: non accadde nulla. Ebbe diciassette gravidanze con tre parti prematuri, dieci figli morirono in tenera età. I quattro sopravvissuti erano per lei un bene da difendere a qualsiasi prezzo e nel 1939, alla notizia che il figlio maggiore e prediletto, sarebbe partito per il militare con la minaccia sempre più concreta dell'ingresso in guerra dell'Italia, decise, oramai in preda alla pazzia, di effettuare sacrifici umani in cambio della vita del ragazzo… tre le vittime e dell’ultima racconta «Finì nel pentolone, come le altre due. La sua carne era grassa e bianca, quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose accettabili. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i pasticcini furono migliori del solito: quella donna era veramente dolce»”.

Tantissime le storie, le analisi sulle scene del crimine e l’entusiasmo dei partecipanti che attendono il prossimo incontro per mercoledì 23 nella “tana” del giurista alla facoltà di Giurisprudenza, previa prenotazione on-line o nelle sedi di Azione Universitaria del capoluogo pugliese.

 

sabato 19 Maggio 2012

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