Attualità

Link Bari occupa il tetto della Facoltà di Giurisprudenza

Orazio Rotunno
Aumento delle tasse, abolizione del valore legale del titolo di studio, legge Aprea per privati nell'amministrazione delle scuole. Ecco alcuni dei temi discussi
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Il sospetto che servisse un capro espiatorio qualche mese fa a cui attribuire il fallimento di un intero Paese pare farsi sempre più forte vedendo il mare di mobilitazioni e proteste che dilagano per la penisola riguardo i temi più svariati.

Se per risollevarci era necessario chiedere più soldi non ci volevano certo dei super tecnici al potere a stabilirlo. "97 miliardi di tasse in più per i prossimi 3 anni da versare e torneremo più forti di prima". Almeno così sembra averla pensata chi sta ai piani alti.

E chi ne uscirà più di ogni altro con le ossa rotte? I giovani, coloro i quali erano stati definiti da questo governo come "il motore dell'Italia del futuro, perchè i problemi dei giovani, sono i problemi del Paese". Ecco, quindi di problemi questo Paese ne avrà diversi in futuro, se ancora vale l' equazione ovviamente.

Proprio questa mattina gli studenti universitari e delle scuole superiori di Link Bari stanno occupando il tetto della Facoltà di Giurisprudenza, da cui è stato
fatto calare uno striscione con su scritto "indisponibili ad essere merce" per opporsi alle continue pugnalate che questa politica sta infliggendo al nostro domani.

La trasformazione dell' Università pubblica in Università di élite pare evidente, e Alessandro Castellani, di LINK Bari, prova a spiegarci il perchè: "Il Governo con il progetto Aprea intende introdurre i privati nell'amministrazione delle scuole, liberalizzando così un qualcosa di pubblico. Inoltre, in linea con la Riforma Gelmini del Governo Berlusconi, si intende raddoppiare la tassa regionale sul diritto allo studio, oltre ad imporre agli Atenei che vogliono assumere nuovo personale col D.L. 437/2011 di aumentare le tasse per sostenere il mantenimento di tutti i corsi di laurea in sostituzione del personale in pensione. Ci battiamo contro l'abolizione del valore legale del titolo di studio – continua Castellani – Se questa linea dovesse passare, non conterebbe più la laurea in sè, ma dove essa verrebbe conseguita, generando così competizione e mercato fra le varie facoltà, con conseguente e ulteriore frattura fra nord e sud, a discapito di quest'ultimo. Per verificarne l'approvazione o meno degli studenti è stata istituita una consultazione on-line che pare alquanto tendenziosa e ambigua nelle sue domande. Ciò nonostante, secondo prime indiscrezioni, ben il 75% degli utenti hanno espresso parere contrario l'abolizione del valore legale del titolo di studio".

Insomma gli studenti non ci stanno a vedere scuola e università completamente liberalizzate e asservite alle logiche del mercato. Sono pronte nuove mobilitazioni nel caso in cui il Governo proceda con queste iniziative che strumentalizzano e mercificano gli studenti e le istituzioni.

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lunedì 23 Aprile 2012

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