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Riduzione costi acqua: e’ scambio di stoccate tra Emiliano e la Regione Puglia

Luca De Netto
Il Sindaco, sempre più autonomo dal centrosinistra, scatena le reazioni di Amati e Vendola
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Una riunione, quella del coordinamento degli enti locali per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese, convocata dal sindaco Michele Emiliano a Palazzo di Città, che sembra segnare profondamente la politica regionale, e non solo.
Durante l’incontro si è infatti discusso della riorganizzazione del coordinamento per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato e dell’adesione alla campagna di obbedienza civile lanciata dal comitato, “Il mio voto va rispettato”, attraverso la quale si chiede il rispetto dell’esito referendario del 12 e 13 giugno.

“Il Comune di Bari – ha commentato il sindaco Emiliano – ha sempre lavorato con il comitato, il forum nazionale e il coordinamento degli enti locali. Adesso si tratta di far rispettare l’esito del referendum di giugno scorso e, in particolare, è necessario che l’Acquedotto pugliese si adoperi per la diminuzione delle tariffe, a partire dal rispetto dell’accordo siglato tra la Regione Puglia e l’Autorità idrica pugliese sul quantitativo minimo gratuito da garantire alle famiglie più bisognose”.
Una stoccata, quella di Emiliano, che non è certamente sfuggita ai diretti interessati, ossia agli amministratori regionali, che, tra l’altro, appartengono allo stesso schieramento politico del primo cittadino di Bari.

E così, ad intervenire per primo, è stato Fabiano Amati, assessore regionale alle Opere pubbliche: "Faccio rilevare – ha dichiarato quasi con un tono che è sembrato infastidito – che il processo di riduzione delle tariffe dell'acqua in favore delle fasce deboli è stato avviato sulla base della difficoltà tecnica di ottenere la riduzione del 7%, senza modificare il piano degli investimenti. Questo così come ci è stato comunicato nei mesi scorsi dal Sindaco Michele Emiliano, in qualità di Presidente della disciolta Autorità d'Ambito e dopo un accordo tra il governo regionale e la sua maggioranza, con in testa il mio partito. È di tutta evidenza che sulla base dello scenario così come determinatosi – ha concluso Amati – la nostra opinione è quella di completare il processo di riduzione delle tariffe, così come stiamo facendo con celerità, piuttosto che incrociare l'argomento come strumento di dibattito politico”.
 

Naturalmente, iI Sindaco non è rimasto silente, tant’è che in risposta all'assessore Amati, ha precisato come quella sua “era una posizione tecnica, suggerita dagli uffici Ato che io mi sono limitato a firmare esprimendo la posizione tecnica dell'organismo che presiedevo con funzione vicaria. Oggi quell'ente non esiste più e l'Autorità Idrica Pugliese sarà chiamata a valutare sulla base delle opinioni dei Comuni pugliesi se sia o meno il caso di procedere ad una modifica del piano degli investimenti idrici. Bisogna saper distinguere una missiva tecnica da una posizione politica del Forum dell'Acqua che oggi ho condiviso liberamente sperando di non aver commesso delitto di lesa maestà".

Insomma, una frecciatina piuttosto velenosa, che con tutta probabilità non è stata scagliata tanto contro Amati, ma nei confronti di qualcun altro…
E questo qualcuno, non ha tardato di farsi sentire, se è vero che ad intervenire sul punto, in prima persona, c’è stato lo stesso Presidente della giunta regionale, Niki Vendola, e quindi in un certo senso colui che è gerarchicamente superiore rispetto al ruolo rivestito da Amati.

Il Governatore, in risposta al Sindaco, ha sottolineato infatti come “in mancanza di un coordinato intervento nazionale, verso il quale oggi possiamo nutrire certamente più fiducia, un atto unilaterale da parte dei cittadini di riduzione della bolletta (azione proposta dai movimenti di obbedienza civile) potrebbe avere come effetto immediato la riduzione degli investimenti pubblici nel settore. La proposta della Regione Puglia invece è di segno opposto. In attesa dell’auspicato intervento nazionale – ha spiegato Vendola la Regione Puglia, con la convinta adesione dell’Anci e dell’Autorità idrica pugliese, si è fatta promotrice di un’iniziativa che possa consentire, più che un modesto taglio lineare nelle bollette (7%), di riconoscere per la prima volta e definitivamente questo principio, e cioè che la dotazione giornaliera di 50 litri per persona può e deve essere gratuita per i cittadini più bisognosi. E questa iniziativa è sostenuta, da parte nostra, con un aumento di 110 milioni di investimenti . Spero – ha concluso Vendola in maniera inequivocabile – che l’esigenza di dare risposte concrete e non strumentali ai movimenti per l’acqua bene comune si coniughi, anche per il sindaco Emiliano, con l’esigenza da una parte di non ridurre gli investimenti pubblici e dall’altra di dover governare, con il necessario senso di responsabilità, un tema così complesso e vitale come quello dell’acqua”.
 

Sobrio e per così dire estremamente istituzionale, fuori da ogni polemica più o meno velata, invece il commento di Antonio Decaro, capogruppo del Pd alla Regione Puglia, il quale si è limitato semplicemente a ribadire come occorra fare in modo che l'esito del referendum sull'acqua bene comune sia rispettato, “arrivando alla decurtazione, dalla bolletta dell'Aqp, di quel 7% che corrisponde alla remunerazione del capitale investito''.

E questo forse perché fino a prova contraria Emilano dovrebbe ancora far parte dello stesso partito di De Caro. Anche se non si sa bene fino a quando, e per quanto, la geografia partitica e politica della Puglia, così come i cittadini l’hanno conosciuta fino ad oggi, continuerà a reggere, visti i movimenti carsici che si muovono un po’ ovunque…
 

sabato 10 Marzo 2012

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