Attualità

Meeting del Volontariato, tanti temi su cui parlare e agire

Paola Mammarella
Studiosi e istituzioni a confronto su immigrazione, povertà e sfruttamento della prostituzione
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Una prima giornata ricca di conferenze alla Fiera del Levante per il secondo meeting del volontariato. Allestito come una piazza, luogo del dialogo per eccellenza, il padiglione 18 ha ospitato iniziative contro lo sfruttamento e la povertà. A favore di un’immigrazione maggiormente valorizzata. Interventi in linea con i propositi manifestati durante l’apertura di questa mattina dall’assessore alla Trasparenza e cittadinanza attiva Guglielmo Minervini, che ha annunciato la promozione di una specifica legge su associazionismo e solidarietà sociale. Come la normativa per l’assegnazione diretta di appalti alle associazioni del terzo settore, proposta dal vicepresidente provinciale Onofrio Sisto. Ambiziosi gli obiettivi del Centro Servizi San Nicola, organizzatore della due giorni sul volontariato. Previsti master e corsi di formazione, finanziabili con i 5 milioni e 70 mila euro stanziati per la Puglia. Ci si avvia soprattutto verso un nuovo approccio, fatto di rispetto per la persona, donne e minori in primis.

Propone la lotta alla violenza l’associazione “Papa Giovanni XXIII”, di recente orfana del suo fondatore Don Benzi. No a prostituzione e sfruttamento, così come agli abusi psicologici, più difficili da individuare. Poche le denunce anche per le violenze carnali. Si stima che il 90% delle donne non riesca a ribellarsi. Allarmante anche il numero delle piccole vittime, 53 mila bambini uccisi, col 65% costretto a pratiche disumane e mutilazioni per segnare il passaggio all’età adulta. Abusi sottovalutati per l’oblio dell’abitudine, come affermato da Serenella Pesarin, direttrice del dipartimento di giustizia minorile per l’attivazione dei provvedimenti giudiziari. Causa della povertà pedagogica che implica il progressivo disinteresse verso il valore della vita, complici i modelli sociali che richiedono il protagonismo a tutti i costi. Antidoto riconosciuto efficace è il recupero della giustizia, vista come il riconoscimento della persona e non sminuita al livello del rispetto delle leggi per paura delle sanzioni. Risultano particolarmente esposti agli abusi gli immigrati, risucchiati nel circuito della prostituzione e traffico d’organi a causa della clandestinità in cui vivono. Fenomeno in crescita, come evidenziato dal dossier della Caritas, che ha constatato un aumento degli immigrati irregolari dai 60 mila del 2005 ai 75 mila del 2006. Discriminati e demonizzati dagli ultimi fatti di cronaca che, dice Roberto Gerali della Giovanni XXIII, “non considerano i rispettabili padri di famiglia clienti e massacratori delle baby prostitute dell’Est”. “Gli immigrati sono un problema perché le loro esigenze non sono affrontate globalmente”, sostiene Guido Boldin del CSV. Che aggiunge, “i sindaci non dovrebbero occuparsi solo delle notti bianche, ma anche di quelle sanguinose delle baracche”. Senza tralasciare la risorsa lavorativa che rappresentano, intervenendo in settori con carenza di manodopera, e il simile passato degli emigranti italiani. “In America”, racconta Franco Pittau della Caritas, “ci trattavano così male che eravamo costretti a pregare nei sottoscala e per esere considerati ci convertivamo al protestantesimo”. “Patti chiari e amicizia lunga” è l’orientamento proposto per l’integrazione.

Dialogo religioso, rispetto della legge, apprendimento della lingua italiana le vie per l’assimilazione. Approvazione di nuove leggi, come la Amato-Ferrero attualmente in discussione, reciprocità e certezza del diritto con chiarezza del dovere dono, le proposte di Cristina De Luca, sottosegretario del Ministero alla Solidarietà Sociale. Per un futuro in cui l’integrazione è possibile e allestire il presepe a scuola non significa minacciare un’identità, ma divulgare le proprie tradizioni nel rispetto altrui.

domenica 11 Novembre 2007

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