Politica

I debiti fuori bilancio

Paolo Marra*
Cosa sono e come evitarli in futuro
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Oggi (ieri n.d.r.) siamo chiamati a riconoscere una serie di debiti fuori bilancio. In tutto sono 18 debiti fuori bilancio per un totale complessivo di €. 6.404.036,34</strong>; un “tesoretto” che viene sottratto alla ordinaria gestione del bilancio del Comune di Bari. Trattasi di debiti derivanti da sentenze sfavorevoli, da espropriazioni, o da transazioni indubbiamente da sottoscrivere al fine di evitare al comune di Bari un contenzioso dagli esiti presumibilmente ancor più sfavorevoli.

Non v’è dubbio che il riconoscimento della legittimità dei suddetti debiti fuori bilancio, allo stato dell’arte, è quasi doverosa da parte di questo consiglio comunale. Ove non fossero riconosciuti anche questo consiglio comunale si assumerebbe responsabilità per ulteriore aggravio degli oneri a carico del comune.

Infatti, non riconoscere la legittimità di tutti i 18 debiti fuori bilancio sottoposti all’esame di questo consiglio comunale esporrebbe il comune di Bari ad esborsi ancor più gravosi soprattutto per interessi passivi e per spese legali, ossia per oneri che non arrecano alcun beneficio alla comunità barese.

Non giova ad alcuno reprimere tutto il nostro disagio nell’approvare queste deliberazioni. Al contrario, occorre focalizzare l’attenzione proprio sui maggiori oneri e domandarsi se potevano essere evitati in tutto o in parte. Si badi che non si tratta di una porzione trascurabile dell’intero debito; al contrario la maggior parte dell’ammontare dei debiti che andiamo a riconoscere scaturiscono proprio da interessi, rivalutazioni e spese legali. Per intenderci meglio: stiamo parliamo di qualche milione di euro. In un epoca in cui si parla tanto dei costi esorbitanti della politica, ci piacerebbe sapere come può essere definita questa tipologia di costi: Costi dell’antipolitica? Costi della burocrazia?

Va detto che trattasi di vicende assai remote che hanno interessato diverse amministrazioni comunali e, probabilmente, diversi soggetti che si sono succeduti nei vari ruoli direttivi dell’apparato burocratico del comune di Bari. In questo senso, conoscendo il senso di responsabilità dei colleghi consiglieri comunali di opposizione, ci ha stupito non poco il loro entusiasmo manifestato al momento della chiusura anticipata dei lavori della scorsa seduta del consiglio comunale. Qui si tratta di limitare i danni per il comune, che lo ripetiamo vengono da molto lontano, senza però far finta che nulla sia accaduto. Dalla semplice, ma attenta lettura dei documenti a corredo delle relative proposte di deliberazione, fatte pervenire ai consiglieri comunali in modo frammentario, incompleto, scritte in modo non corretto e spesso contraddittorio – viene quasi da pensare: in modo tale da far capire il meno possibile – si evincono poche, ma significative cose.

Le Sentenze in forza delle quali il comune di Bari è stato condannato a pagare in favore dello IACP – e per fortuna nei confronti dello IACP che a sua volta è stato condannato da altri organi giudiziari a pagare somme altrettanto rilevanti in favore del comune di Bari – dicevo le Sentenze in forza delle quali il comune di Bari è stato condannato a pagare in favore dello IACP qualche milione di euro ci raccontano di come veniva gestita a Bari l’edilizia pubblica. Appartamenti requisiti ed assegnati a persone che probabilmente non ne avevano diritto o peggio assegnati formalmente a persone diverse da quelle che effettivamente hanno beneficiato dell’abitazione; canoni di locazione, sia pure sociali, non pagati semplicemente perché il comune di Bari non ha fornito allo IACP le generalità e le relative situazioni reddituali degli assegnatari ed ora vengono addebitati al comune canoni di locazione che invece avrebbero dovuto pagare gli assegnatari dai quali – par di capire – il comune neppure tenterà di recuperare le somme loro addebitabili. Ma figuriamoci. Il protocollo d’intesa sottoscritto fra il comune di Bari e lo IACP, visto alla luce di quanto si legge in queste Sentenze, appare come una pietra tombale su decenni di mala gestione del patrimonio pubblico immobiliare destinato a sopperire alle esigenze abitative di cittadini che non potevano sostenere i canoni di locazioni di mercato e tanto meno potevano acquistare un appartamento e che invece appare destinato nel corso degli ultimi trent’anni ad alimentare favoritismi e clientele di vario genere. Indubbiamente c’è voluto coraggio e senso di responsabilità – qualità che un amministratore pubblico deve necessariamente possedere altrimenti non può assumere certe cariche – per porre rimedio una volta per tutte ad una situazione talmente protrattasi nel tempo da apparire ormai irrisolvibile, se non appunto con una pietra tombale.

Che altro poteva fare l’assessore Giannini? O l’assessore Lorusso e per quanto le compete l’assessore Capano? Certo avrebbero potuto attendere che su tutte le questioni si pronunciasse il Giudice, ma quanto maggiore sarebbe stato il debito da riconoscere? Agli assessori va dunque riconosciuto il merito di aver voluto con senso di responsabilità porre rimedio ad una situazione ormai incancrenita. Anche per tutto l’impegno e gli sforzi profusi dagli asessori non dobbiamo consentire che i risultati sinora ottenuti vadano vanificati; al contrario dobbiamo fare in modo che non debbano più verificarsi episodi di mala gestione del patrimonio pubblico immobiliare. Ecco perché, pur consci della necessità di dover regolare una volta per tutte i rapporti fra comune di Bari ed IACP, noi di Rifondazione comunista non vogliamo correre il rischio che si possa leggere fra le righe del protocollo d’intesa la logica del “chi ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato” che poi significa che a dare è sempre il comune di Bari.

Vorremmo, ad esempio, che così come ci vengono sottoposte proposte di riconoscimento della legittimità di debiti fuori bilancio, ci venissero sottoposti – magari – piani operativi per far si che il comune di Bari recuperi anche i suoi crediti; in proposito siamo alquanto preoccupati nel leggere che nell’avanzo di amministrazione sono compresi crediti di dubbia esigibilità per oltre 40 milioni di euro che – sia chiaro – vengono da molto lontano. Diciamo pure che nel leggere questo dato siamo saltati dalla sedia.
Riteniamo, pertanto, che occorra un’attenta verifica, per il momento limitata all’attività svolta dai soggetti che a vario titolo hanno concorso negli anni passati a creare una situazione talmente ingarbugliata da costringerci oggi a riconoscere la legittimità dei debiti fuori bilancio per oltre 6,4 milioni di euro. Poi, successivamente, la verifica andrebbe estesa anche all’attività di recupero crediti: sull’andamento delle riscossioni, sui tentativi esperiti per recuperare i crediti, sull’identità dei debitori ecc..
Riteniamo, quindi, che con riferimento ai debiti fuori bilancio sulla cui legittimità siamo oggi chiamati a deliberare non possiamo accontentarci del semplice loro invio alla Corte dei Conti ai sensi dell’art. 23 della Legge 27 dicembre 2002 n. 289 (legge finanziaria 2003), ma riteniamo che vada avviata una attenta analisi per accertare se taluni comportamenti sono stati conformi ai principi posti dalla Legge a tutela della corretta gestione delle risorse pubbliche o se hanno causato danni erariali all’ente comune di Bari.

Magari da questa analisi potrebbero scaturire suggerimenti idonei per migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’attività amministrativa, la necessità di un ripensamento delle procedure o più semplicemente l’opportunità di un aggiornamento professionale. Certamente la finalità del protocollo d’intesa già approvato da questo consiglio comunale circa un anno fa e meno che mai quella del provvedimento di riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio non può essere quella di oscurare comportamenti eventualmente scorretti e relative responsabilità.

Si badi che anche per gli altri debiti fuori bilancio emerge una certa sciatteria. Non sapremmo come definire diversamente un certo modo di operare: canoni di locazione non pagati e non si capisce perché; rimborsi spese palesemente dovuti e non corrisposti e non si capisce perché; addirittura per una parte di questi rimborsi si eccepisce del tutto inopportunamente ed illegittimamente la prescrizione con ulteriore danno di immagine per il comune di Bari che giammai deve apparire come un qualsiasi cattivo pagatore; proposte di transazione per la liquidazione di indennità da espropriazione rifiutate, anzi ignorate, sebbene tutto sommato accettabili e poi … indovinate come è andata a finire. Finanche nella stessa redazione delle proposte di deliberazione in esame, laddove non si capisce se comportano o meno una variazione di bilancio, non si capisce come si è addivenuti alla esatta quantificazione del debito, non si capisce come mai sono emersi debiti fuori bilancio così rilevanti quando solo qualche mese fa abbiamo approvato il rendiconto del 2006 attestando l’inesistenza di debiti fuori bilancio. Spiace soprattutto rilevare che il pressappochismo con il quale sono state redatte queste proposte di deliberazione ha finito per coinvolgere anche altri uffici ed organismi che, forse in virtù di un male inteso senso del politicamente corretto, hanno omesso persino di evidenziare gli errori più lampanti contenuti in queste proposte di deliberazione.
Per non dire degli uffici a cui è stato richiesto invano un parere legale, di fatto negato.

E’ il caso, per esempio, che qualcuno ci dica con chiarezza quali sono i debiti fuori bilancio già finanziati e quali vanno invece finanziati con l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione. E’ il caso che qualcuno specifichi con precisione i debiti la cui legittimità va riconosciuta ai sensi della lett. a) dell’art. 194 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n. 267, quelli da riconoscere ai sensi della lett. d), quelli da riconoscere ai sensi della lett. e).
Insomma crediamo che il consiglio comunale, i consiglieri comunali, anch’essi chiamati ad assumersi le loro responsabilità, meritino maggior rispetto.
Noi di Rifondazione comunista, ma credo anche gli altri colleghi consiglieri, vogliamo assumerci le nostre responsabilità, vogliamo condividerle con gli assessori, intendiamo continuare a sostenere lealmente l’amministrazione Emiliano, ma pretendiamo maggior rispetto. Non apprezziamo, anzi vogliamo esprimere disapprovazione anche per il mancato rispetto del termine del 30 settembre previsto dalla legge; siamo giunti ai limiti della diffida prefettizia per un adempimento così delicato.
A nostro avviso se questa amministrazione davvero vuole modificare radicalmente il modus operandi della struttura comunale, come noi crediamo necessario, le questioni emerse dall’esame della documentazione a corredo di queste proposte di deliberazione non possono restare eluse.
Ne va del corretto e proficuo rapporto organi istituzionali – apparato burocratico per gli anni a venire. Del resto, proprio in questa occasione, abbiamo potuto apprezzare la professionalità del nostro collegio dei revisori dei conti a cui va rivolto un sentito ringraziamento per la qualificata assistenza fornitaci nell’esame dei debiti fuori bilancio, oseremmo dire ben al di la dei loro obblighi strettamente intesi. Crediamo, quindi, che da parte nostra sia quasi un obbligo usufruire della loro competenza e della loro preparazione. Per le considerazioni svolte riteniamo che, avvalendoci degli organismi di controllo interno – non siamo d’accordo con quanto letto dal verbale della commissione bilancio che considera inutili tali organismi – le questioni vadano affrontate e non sottaciute.
Sottoscriviamo, quindi, l’ordine del giorno proposto per tutte le deliberazioni di riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio e dare mandato al Collegio dei revisori dei conti di accertare, anche avvalendosi della doverosa collaborazione del Nucleo di valutazione, la regolarità contabile, finanziaria ed economica dell’intero procedimento che ha condotto al debito fuori bilancio di cui si riconosce la legittimità ai sensi dell’art. 194 del Decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, con l’intesa che entro il 31 dicembre 2007 il Collegio medesimo relazionerà con particolare riferimento alle ipotesi di responsabilità eventualmente emerse.

*Consigliere Comunale di Rifondazione Comunista

sabato 20 Ottobre 2007

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