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Aqp: necessari 830 milioni in tre anni

Danilo Calabrese
Tra gli obiettivi gli investimenti, la valorizzazione del personale, il miglioramento del servizio e una maggiore efficienza nella gestione
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830 milioni di euro per far ripartire l’Acquedotto pugliese. A questa cifra ammontano gli investimenti indispensabili secondo i vertici dell’azienda. A meno di un anno dall’insediamento, l’amministratore unico Monteforte e il direttore generale Bianco hanno preparato un piano industriale triennale 2007-2010, documento non previsto dalla legge (utilizzato solitamente dalle aziende private) e che prevede un finanziamento autonomo (la Regione Puglia non partecipa) attraverso prestiti bancari.

“La nostra missione”, ha detto Monteforte, “è garantire al territorio un servizio idrico all’altezza delle necessità e delle aspettative. Semplice, ma estremamente complessa nella sua realizzazione”.
Gli obiettivi
individuati riguardano appunto gli investimenti, la valorizzazione del personale, il miglioramento del servizio e una maggiore efficienza nella gestione. E’ chiaro che il primo punto diventa portante per un rilancio dell’Aqp. Ideale sarebbe intervenire sul canale principale, da cui proviene la maggiore quantità di acqua, ma al momento non è possibile.

“Non c’è abbastanza approvvigionamento degli altri canali”, ha evidenziato Bianco, “perciò non possiamo chiuderlo per troppo tempo”. E allora, si spera nella velocizzazione della gara d’appalto per il dissalatore del Chidro e nella quanto più tempestiva realizzazione del potabilizzatore di Conza. Intervento previsto 100 milioni di euro, che consentirebbero di aumentare la disponibilità idrica di 1.625 litri al secondo.

Resta comunque fondamentale il recupero delle perdite e il risanamento delle reti in 143 comuni pugliesi. “In questi giorni”, ha assicurato il direttore generale, “stiamo iniziando in alcuni paesi del barese e del leccese e con la sostituzione di 400.000 contatori”.
Previsti anche interventi sugli impianti fognari, di depurazione, di potabilizzazione delle acque e di manutenzione straordinaria, per la quale saranno spesi nei tre anni altri 100 milioni di euro.

Con una promessa: non aumentare le tariffe, sempre che non intervengano variabili incontrollabili, come il costo dei canoni di utilizzo dell’acqua da parte di Basilicata (20 milioni di euro l’anno), Campania e Molise o dell’energia elettrica (60 milioni di euro), al quale l’Aqp sta cercando di ovviare attraverso l’autoproduzione. “Finora abbiamo 3 mini-centrali idroelettriche per una produzione dell’1,5% del fabbisogno”, ha spiegato Bianco, “ma contiamo nei tre anni di realizzarne altre 5”. Copertura totale sul consumo del 5%.

Ma negli obiettivi del piano viene dato ampio risalto anche ai corsi di formazione del personale interno (almeno uno mirato per lavoratore) e all’inserimento di figure professionali nuove in ragione delle necessità (entro fine anno dovrebbero entrare altri 70 dipendenti, oltre i 130 che già hanno preso servizio), così come alla semplificazione dei rapporti con l’utenza (potenziati 40 uffici territoriali e aperti 15 sportelli on line) e al recupero crediti. In questo modo, Al termine del programma, il bilancio dell’Acquedotto dovrebbe essere in pareggio.

“Stiamo lavorando perché casi come quello di Taranto non si verifichino più”, ha concluso l’amministratore unico Monteforte. “E comunque, non è pensabile che a luglio e agosto ci venga data meno acqua di quella che ci danno in inverno. Se si continua così, è chiaro che possono succedere fatti gravi”.

venerdì 28 Settembre 2007

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