Cultura

Moni Ovadia in tour per le vittime dell’amianto: “Non dimentichiamo”

Stefania Losito
Moni Ovadia ospite del tour di Avanti Pop
Moni Ovadia ospite del tour di Avanti Pop
A Pane e pomodoro il concerto gratuito organizzato dal Comune
scrivi un commento 9914

Tutto ciò che si recupera alla vita è una vittoria che restituisce onore a chi ha lavorato o per lavorare è stato condannato a morte”. Moni Ovadia, attore, scrittore, musicista, è sul prato di Pane e Pomodoro per accompagnare il camioncino di Avanti Pop, l’iniziativa della band Têtes de Bois, che gira l’Italia con un mezzo di lavoro del 1956, partito da Roma per toccare le tappe dei mestieri più duri, i campi di pomodori, i call center, la Fiat, le discariche e i veleni.
Il tema del lavoro, il dramma della disoccupazione, dal passato a oggi. Dalla lotta delle saline a Porto Marghera, dai cancelli della Fiat al caporalato di Casal di Principe, al tavoliere delle Puglie, Termini Imerese, i camalli genovesi, i tranvieri milanesi, gli sguatteri egiziani, il precariato dilagante. Vecchie e nuove forme di sfruttamento dell’uomo e sull’uomo, appassionate battaglie di giustizia, a volte tragiche.

I Têtes de Bois suonano un repertorio costruito appositamente (con la collaborazione di Gianni Mura) e, ad ogni tappa del tour, tra le loro storie e le loro canzoni, fanno spazio sul camion a ospiti e testimoni, di volta in volta diversi, che interpretano la vicenda o denunciano il fatto del luogo o ne rappresentano il legame. Ieri, per ricordare le vittime dell’ex Fibronit, è toccato al maestro Ovadia e a Roberto Ottaviano.

C’era anche il presidente dell’Associazione Esposti Amianto, Gianluigi Cesari, che si è congratulato con l’amministrazione comunale per aver accolto quest’iniziativa, e ha aggiunto: “Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti dei lavoratori che hanno combattuto per la salute della popolazione”.

Le musiche sono sempre accompagnate a brevissime testimonianze video o audio, originali, di chi le cose le ha vissute. E ieri sera sono stati proiettati i filmati dei lavoratori, di quegli uomini che trent’anni fa hanno visto i loro colleghi morire di mesotelioma perché la fabbrica doveva essere competitiva, non ci potevano essere troppe tutele. Bisognava produrre.

In una grande buca delle lettere, posizionata in fondo al camion, il pubblico imbuca le sue storie e, al tempo stesso, è invitato a raccontarle. Protagonista e spettatore di uno spettacolo che mette fine alla dimenticanza.

venerdì 31 Agosto 2007

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti