Cultura

Sui passi (perduti) della storia – XVIII puntata – La via fragigena

Chiara Divella
Oggi strada della movida, ieri crocevia del pellegrinaggio verso Roma
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Quella piccola e stretta viuzza che da piazza Mercantile conduce a palazzo Calò Carducci, passando dai locali notturni della movida barese, porta un nome importante e carico di storia. Ma la targa trascurata, che ricorda la denominazione della via, difficilmente risalta agli occhi.
Si tratta della “Via Fragigena”, nome che non potrebbe parlarci di altro se non di qualche legame con paesi stranieri e, in modo particolare, con la Francia. Non siamo del tutto fuori strada.
Se tornassimo indietro di quasi mille anni vedremmo in questa via, davanti ai nostri occhi, quell’andirivieni di una folla pittoresca in occasione della festa di San Nicola. Una folla fatta di pellegrini col petaso in testa (cappello a larghe tese), con sanrocchino (mantello con cappuccio), bordone (bastone) e scarsella (bisaccia). Lenti sui loro passi, affrontano con religiosità e devozione quello che, definito a ragione “camino di san Nicola”, nacque addirittura un cinquantennio prima del ben più famoso Cammino di Santiago.
Fu proprio l’arrivo delle reliquie di San Nicola a confermare il ruolo di Bari come “stazione devozionale”. Per comprendere a fondo quello di cui stiamo parlando, occorre fare un piccolo passo indietro, precisamente al IV-V secolo d. C.

Era questo il periodo storico durante il quale erano state ultimate le grandi basiliche memoriali volute da Costantino nella città santa (Monte degli Ulivi, Natività, Santo Sepolcro). Divenute luoghi di visite e “stazioni” rituali, prese avvio la pratica del pellegrinaggio non solo a Gerusalemme, ma anche ai luoghi santi del resto della Palestina.
A Roma si veneravano già dal II secolo d. C. le tombe di Pietro e Paolo, oltre alla miriade di martiri e Santi i cui corpi erano custoditi nelle catacombe. Dopo la perdita definitiva della Terrasanta nel 1291, fu Roma ad ereditare la santità di Gerusalemme. Le antiche strade furono divise in itinerari diversi: quelle che convergevano verso Roma (via Romea) e quelle che coinvolgevano anche Inghilterra, Germania, Francia e Spagna. Quest’ultimo itinerario era proprio quello denominato “via fragigena”, che toccava Roma e proseguiva per Bari e Brindisi.
Da questi porti, poi, era possibile salpare verso Antiochia, Alessandria, Costantinopoli ed altre città. Bari, dunque, venne a trovarsi al centro del sistema viario di collegamento tra estremo Occidente (Santiago di Compostela) e vicino Oriente (la Terrasanta).

Il tratto del percorso della via francigena, attestato dal toponimo conservato di “ruga fragigena”, assieme alla chiesa di San Giacomo, costituiscono due importanti testimonianze, tuttora presenti nella città vecchia, relative al transito dei pellegrini provenienti dall’Occidente e diretti a Gerusalemme. La via è ricordata in due documenti del Codice diplomatico barese. Uno risale al 1153 ed è relativo ad un prestito, garantito da una casa posseduta “in rugam francigenam”, davanti all’atrio della chiesa di Santa Pelagia, oggi Sant’Anna. L’altro, del 1253, è quello che elenca fra i beni dotali di una certa Sikelgaita una casa situata nella stessa via.

domenica 15 Luglio 2007

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