Cultura

Scaffale Laterza: Storie del tempo

Chiara Divella
Ma è davvero l'uomo a controllare il tempo?
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Il libro: Pietro Redondi, “Storie del tempo”, pp. 367, Editori Laterza, Bari–Marzo 2007.

L’autore: Pietro Redondi insegna Storia della scienza all’Università di Milano-Bicocca. Ha pubblicato, tra l’altro, “Ferdinandea”(Firenze 2001), “ Galileo eretico” (Torino 2003) ed ha curato il catalogo della mostra “La scienza, la città, la vita. Milano 1906: l’esposizione internazionale del Sempione”(Milano 2006).

La recensione: Sin dalle prime pagine del libro, le citazioni letterarie e le provocazioni rispetto alla percezione che l’uomo moderno ha del tempo, tendono a mettere in crisi il lettore. Nessuno, infatti, potrebbe negare che ormai, grazie o per colpa dello sviluppo dell’informazione e della comunicazione, vige il motto “connessione ovunque e sempre”.
Il problema non sta nella tecnologia in sé, ma nel fatto che questa nostra continua reperibilità ci dà l’impressione di risparmiare tempo e invece lo ingoia. Non siamo più padroni del nostro tempo personale, ma ne “siamo suoi divoratori, sempre più affamati, quotidianamente intenti ad azzannarne al volo anche briciole”.

La prima parte del libro, intitolata “Natura e cultura del tempo”, indaga le differenze tra la concezione moderna e quella arcaica di tempo, le diverse figure mitologiche con le quali esso veniva rappresentato, i cambiamenti apportati dal cristianesimo e dalle altre religioni al concetto di tempo. Tutto questo facendo parlare immagini tanto poco conosciute quanto eloquenti, ed autori insigni delle più disparate branche del sapere. Senza tralasciare, da buon docente di Storia della scienza, tutte le tipologie di meccanismi segnatempo che si sono susseguite a partire dal Duecento, con le relative teorie cosmologiche di Copernico, Tycho Brahe, Newton e Galilei.
Il tutto corredato da figure chiarificatrici, utilissime soprattutto per i profani della materia.

Nella seconda parte, invece, Redondi mette a disposizione del lettore un’antologia di testi molto varia, dalla quale emerge il continuo interesse suscitato nei secoli dalla riflessione sul significato del tempo, sul rapporto tempo-universo e sulla percezione che ne ha l’essere umano.
Dal tempo cosmico di Platone si passa ad analizzare il tempo cambiamento di Aristotele, dalla coscienza del tempo di S. Agostino al tempo mentale di David Hume, dall’approccio psicologico di Marcel Proust a quello matematico di Albert Einstein.
Insomma, un percorso storico-filosofico alla ricerca della genesi e della percezione dell’uomo di una dimensione che, pur sembrando a lui esterna, lo assorbe a tal punto da divenire, spesso, un suo involontario protagonista.

domenica 24 Giugno 2007

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