Cronaca

Il Tribunale rinvia alla Corte Costituzionale il decreto di esproprio del Petruzzelli

Danilo Calabrese
Dal Comune di Bari fanno comunque sapere che non è cambiato nulla
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La faccenda Petruzzelli torna in aula. Il presidente della seconda sezione del Tribunale civile di Bari, Luigi di Lalla, ha trasmesso alla Corte Costituzionale il decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, che ha determinato l’esproprio del Teatro Petruzzelli. La motivazione è la non manifesta infondatezza della questione di costituzionalità. Il giudice ha, quindi, disposto la notifica della sua ordinanza ai presidenti del Consiglio, del Senato e della Camera dei Deputati e sospeso il ricorso per decreto ingiuntivo, portato avanti dai tre quarti della famiglia Messeni Nemagna per il pagamento di un’indennità di 125mila euro, chiesti alla Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari.


Non si era, secondo il parere del giudice di Lalla, di fronte a un caso “straordinario di necessità e urgenza”, tale da giustificare l’emanazione da parte del governo d’un decreto legge d’esproprio. “Tale conclusione”, è scritto nell’ordinanza, “trova conferma nei lavori preparatori della legge di conversione. Dai verbali del dibattito parlamentare si evince che la giustificazione in generale della eterogeneità delle norme inserite nel decreto legge è basata sull’affermazione che tutte le disposizioni concorrono alla manovra di finanza pubblica, in quanto intervengono in materia fiscale e finanziaria a fini di riequilibrio di bilancio, esigenza cui non attiene in alcun modo la disposizione relativa al Teatro Petruzzelli“. 


Uno dei rarissimi casi nella storia della giurisprudenza costituzionale in cui, attraverso un semplice ricorso per decreto ingiuntivo, gli atti siano stati inviati alla Corte Costituzionale. “Avevamo chiesto una verifica preventiva di costituzionalità sul decreto legge di esproprio“, ha commentato l’avv. Ascanio Amenduni, assieme a Mario Giannattasio, difensore del 75 % della famiglia Messeni nemagna, “ma non l’abbiamo ottenuta nè dalla politica nè dagli organi del procedimento legislativo. Il Parlamento ha convertito il decreto in legge senza battere ciglio e il Presidente della Repubblica ha promulgato la legge nonostante il nostro specifico appello a rispedirla alle Camere”.


Ma dal Comune di Bari, prossimo proprietario del teatro, avvertono che non c’è nulla per cui gioire. “Non sono sufficienti le notizie di stampa per fare commenti su quanto accaduto”, ha detto il segretario generale del Comune di Bari, Mario D’amelio. “Nessun atto è stato notificato al Comune di Bari. Il giudice rimette gli atti alla Corte Costituzionale non nei casi in cui l’eccezione di costituzionalità è fondata, bensì nei casi in cui non è manifestamente infondata. Ne consegue che nessun risultato giuridico concreto è stato ad oggi raggiunto”.

giovedì 24 Maggio 2007

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