Attualità

Falcone, Borsellino e non solo

Antonella Ardito
Tante, troppe, le vittime del dovere
scrivi un commento 35623

Quindici anni, lunghi e inevitabilmente lontani, che segnano il momento più triste della lotta alla Mafia: oggi a Bari nella sala conferenze del Centro Polifunzionale della Polizia al Quartiere San Paolo, il Sindacato Autonomo di Polizia nell’ambito del Memorial day che coinvolge 21 città italiane con manifestazioni in ricordo di tutte le vittime della Mafia, ha organizzato un convegno per ricordare la morte di Giovanni Falcone ma anche per fare il punto sulla situazione sicurezza nelle nostre città, analizzando il fenomeno della violenza negli stadi, che ha portato pochi mesi fa sulle pagine di cronaca un nuovo martire, Filippo Raciti e i rigurgiti di brigatismo rosso  in concomitanza con le manifestazioni di Vicenza.

John Battista, segretario provinciale del SAP ha spiegato come oggi le BR corrano veloci online, dove riescono a fare proseliti e esplicitare al meglio i loro messaggi. Si possono leggere cose assurde, come  il considerare Al Queda un’invenzione  o assicurazioni orribili, come la promessa di uccidere Filippo Raciti perché rappresentante delle Forze dell’ordine, e quindi nemico giurato della lotta armata. E’ anche un complessa questione di crisi dell’autorità, come ha rilevato Pierluca Massaro, docente di Psicologia della Devianza presso il dipartimento di Bioetica dell’Università di Bari, ma anche di un individualismo spinto vero confini invisibili e che lascia sul campo le altre vittime, i parenti, le persone care dei morti ammazzati mentre erano in servizio.

Antonio La Scala, avvocato impegnato nel risolvere le cause di servizio, ha rilevato che la legislazione italiana tutela le forze dell’ordine vittime della criminalità mafiosa e del terrorismo, “ma ho dovuto nel 2001 seguire il caso di un finanziere scomparso in mare nei pressi della grotta della Zinzulusa mentre affrontava dei contrabbandieri: il suo corpo non è stato ritrovato, come fare per ottenere un risarcimento senza una morte accertata? Ho dovuto ricercare un’analogia con il periodo di guerra”. Dal 2006 però esiste un fondo ministeriale di 18 milioni di euro per le vittime del dovere, al quale possono accedere coloro che hanno subito la perdita di una persona cara dal 1980 in poi. Su questi tipi di aiuto c’è uan cappa di incomunicabilita e bisogna solo sperare in questi casi sfortunati di incontrare funzionari comprensivi e pronti ad aiutare.

Ma quello che serve è non spegnere  la fiamma della memoria: decine di giudici, di poliziotti e di civili, sono morti saltando in aria con il tritolo per colpa della Mafia. Un nome su tutti, Rosario Livatino. Anche per lui Falcone e Borsellino lottarono fino alla morte e sperano che qualcuno ancora sia in grado di farlo.

Oggi però è mancata proprio la volontà di ricordare da parte delle giovani leve della società: questo seminario era stato proposto agli studenti di Scienze della Formazione e Giurisprudenza. Pochissimi i volti degli universitari, nonostante la promessa dei tanto agognati crediti per attività formative: possibile che i morti ammazzati non abbiano più un senso, che non si abbia più voglia di capire il passato per meglio affrontare il presente e non ripetere errori nel futuro?

mercoledì 23 Maggio 2007

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti