Calcio

San Nicola: porte aperte e cuore sbarrato

La Redazione
Fra il Bari calcio e la città ormai è finita davvero.
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Che ne faremo di questa splendida astronave? La domanda ce la siamo già posta qualche mese fa, in principio dell’ennesimo mediocre campionato del Bari calcio. Una piccata telefonata di 45 minuti di Fabio Foglianese, che del Bari Calcio è uno degli addetti stampa, affranto per la definizione impietosa (squadretta da Serie C) non riuscì a farci cambiare idea (o tanto meno a intimorirci, e perchè mai poi).

Ieri, l’amara conferma. Il Bari sta abbandonando le plaghe sicure del centro classifica, non vede più il play off (lo ha appena intravisto a dir la verità per pochissimi istanti) ora lotta contro le correnti discensionali che possono trascinarlo all’inferno della C. Un ex ci segna due gol. Un ex che la squadra ha venduto. Un ex che non vedeva l’ora di andarsene da Bari dove, ricordiamolo, nessuno vuol più venire a giocare.

Ma la faccenda più triste è proprio lo stadio. Una soluzione bizantineggiante (non ci sono i tornelli elettronici ma "palmari" che possono consentire l’identificazione del pubblico) ha consentito ad un vacuamente soddisfatto Elio Sannicandro (sempre nella duplice veste di assessore allo sport e presidente regionale del Coni, cosa che lo portava anche a far parte della commissione di controllo che verificava l’agibilità dello stadio…..) di annunciare urbi et orbi che sì, anche Bari aveva lo stadio aperto a tutti. Abbonati e non.

Peccato che manco gli abbonati del Bari (che non arrivano a 5000) si siano tutti presentati ai cancelli del San Nicola. E quanto al resto, bè: ieri lo scenario era surreale. Il Bari sembrava stesse giocando a porte chiuse per l’immensità di quegli spalti vuoti e il gelo che, temperatura atmosferica a parte, era calato sul campo sin dai primi minuti.

Lasciando agli esperti le considerazioni tecniche e le voci che vogliono Maran in partenza dalla panchina, a noi compete, ancora una volta, solo constatare che la città non ha una squadra da seguire e amare. E la politica di Matarrese ha ormai esaurito le sue devastanti potenzialità. Se è vero che a fine campionato lascerà la guida della società, lascia solo macerie dietro di sè, una tifoseria incarognita dalle delusioni, una città sostanzailmente indifferente che da anni ha abbandonato lo stadio e che torna su quelle magnifiche gradinate solo se c’è la Juve (e anche un po’ la Nazionale), una sensazione di incapacità imprenditoriale e di terribile approsimazione strategica e tattica.

Un fallimento su tutta la linea insomma. Per fortuna a Bari ci sono altre squadre e altri sport che meritano l’affetto degli appassionati e dei veri sportivi.

Pallavolo, Basket, calcio femminile, Rugby, calcio a cinque e tanti altri ancora. All’indomani dei fattacci di Catania avevamo scritto "lasciamolo morire", parlando del cosiddetto calcio titolato di cui, con molta albagia e faccia di bronzo anche il Bari calcio pretende di far parte.

Oggi, viste le porte aperte dello stadio e il cuore sbarrato dei baresi, possiamo solo tristemente considerare che avevamo ragione.

lunedì 19 Febbraio 2007

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