Attualità

Vietato fumare?

Mariangela Del Vecchio
Quando il divieto diventa optional nelle stanze dei bottoni
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Com’è noto, le prescrizioni previste dall’articolo 51 della legge n° 3 del 16 gennaio 2003, in vigore dal 10 gennaio 2005 mediante circolare dell’allora Ministro della Salute Girolamo Sirchia,  prevedono, a tutela dei non fumatori, la totale messa al bando del tabacco nei locali pubblici e negli uffici e l’obbligo, per i gestori dei locali che volessero consentire agli avventori  di fumare, di predisporre appositi spazi differenziati.

Nonostante le numerose critiche rivolte a questa contestatissima disposizione, le prescrizioni  da questa stabilite, assieme alle relative sanzioni, appaiono inderogabili così come inderogabile dovrebbe apparire il diritto dei non fumatori alla tutela della propria salute.
Alla luce delle suddette premesse, pertanto, ciascun cittadino dovrebbe aspettarsi che tale normativa non venga disattesa quantomeno nei luoghi ove le stesse leggi vengono concepite e il loro rispetto garantito. Eppure, qui in Puglia, nulla è più lontano dal vero. Infatti, proprio in quei luoghi da cui, con tanta retorica spesso trionfalistica, giungono le promesse di crescita sociale e gli slanci verso i più elevati ideali di “civiltà” è possibile assistere ad una palese indifferenza nei confronti di quella che si presenta non semplicemente come una disposizione ministeriale ma come una forma di tutela della salute dell’utente e cittadino.

Ad esempio, a chi, per lavoro o necessità, si trovasse a vagare per i corridoi della sede dalla Presidenza regionale, sita sul lungomare Nazario Sauro, non mancherebbe occasione di incontrare impiegati e insigni esponenti della politica locale tranquillamente intenti a fumare noncuranti dell’utente o professionista di passaggio che è costretto, nel periodo di tempo necessario al disbrigo delle faccende che lo hanno condotto in quei luoghi, ad assorbire passivamente il fumo proveniente da decine di sigarette. A questo spettacolo, peraltro, si aggiunge quello altrettanto increscioso dei mozziconi che spuntano come prepotenti germogli dai vasi delle poche piante che, dismettendo la funzione di ornamento,  assumono quella di posacenere naturale.
Inoltre, a coloro che dovessero, per varie ragioni, intrattenersi presso la sede cittadina di qualche partito, ad esempio per assistere ad una conferenza stampa, potrebbe toccare in sorte di mettere a repentaglio “l’integrità polmonare”  a causa della fitta “nube tossica” generata, negli angusti spazi degli uffici di partito, da noncuranti esponenti politici.

Ora, a fronte di una situazione siffatta, la magniloquenza dei politici che decantano il “modello Puglia” come la nuova frontiera dello sviluppo, celebrando i risultati finora ottenuti, sembrano decisamente meno credibili. Infatti, come il buon senso suggerisce, gli edifici vanno costruiti gettando solide fondamenta e questa regola è tanto più tassativa quanto più l’edificio in questione è quello sociale. Pertanto,  per assicurare realmente una sana crescita collettiva e un incremento esponenziale della “civiltà”, termine notoriamente inflazionato e, come non mai in questo caso, abusato,  non è possibile dimenticare che il percorso di sviluppo deve muovere dalle piccole cose come può essere, ad esempio, il rispetto di  un semplice ma importantissimo “vietato fumare”.

domenica 18 Febbraio 2007

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