Attualità

Una pasta d’uomo

Alessandra Colucci
Imprenditore in una delle aziende italiane più famose del mondo e, da due anni, Presidente della Provincia di Bari. Pur venendo da sinistra, si è preso la precedenza. E, se c'è da rimboccarsi le manic
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Un’altra intervista del martedì, l’esclusiva rubrica di barilive.it sulla quale ormai è un must apparire….oggi tocca al capo del nostro esecutivo provinciale

Se è vero, come è vero, che sta vivendo una seconda giovinezza, lo deve alla più piccola dei suoi figli, nata quando Vincenzo Divella, 62 anni, imprenditore e presidente della Provincia di Bari, non era più giovanissimo. Una carica di energia che lo ha spinto a mirare alla poltrona più prestigiosa di via Spalato. Perché la vita, si sa, è una partita di giro, un po’ come l’Iva.

Lei è stato eletto, per il Centrosinistra, con lo slogan "Precedenza ai fatti". Eppure, notoriamente, la precedenza si dà a Destra. Che fa, Presidente, cambia le regole?
“Questa ironica interpretazione del mio slogan era già stata fatta durante la campagna elettorale. Non si tratta di cambiare le regole del codice della strada, che sono rigidamente le stesse da sempre e tali resteranno. Nella politica, per fortuna di chi la fa, c’è meno rigidità e soprattutto non si pagano le multe. Al massimo, per una manovra sbagliata, ci si guadagna il titolo su qualche giornale. Credo che alla fine il dialogo, anche con la più dura delle opposizioni, sia il migliore strumento di governo. Nel gioco delle parti ognuno deve fare la sua. Io sono entrato in politica da rappresentante della società civile e tale mi sento ancora oggi, nonostante guidi una giunta di centro sinistra. Quindi ogni tanto, come ogni buon guidatore, per galanteria, do anche precedenza a destra. La vita, come l’Iva, è una partita di giro: quello che dai ricevi”

Come fa un imprenditore a guidare un’Amministrazione che comprende anche forze di estrema Sinistra? Si litiga molto?
"Litigi e scontri, nella politica come nei rapporti di coppia, tengono in vita il menage. Certo, non esageratamente, perché altrimenti le separazioni sono inevitabili. Il luogo comune che vede la figura dell’imprenditore incompatibile con quella dell’uomo politico di sinistra non regge più. Di esempi, a livello nazionale ce ne sono tantissimi. Se c’è dialogo c’è confronto e tutti i problemi trovano soluzione. In azienda come in un’amministrazione pubblica. Gli atteggiamenti "padronali" fanno parte del carattere delle persone, indipendentemente dal lavoro che un uomo politico svolge fuori dal Palazzo. Alla Provincia di Bari non si litiga molto, anzi. Basta rimboccarsi le maniche nei momenti di difficoltà e lottare duramente per difendere le proprie ragioni, cercando sempre il consenso".

Tempo fa, pare che abbia risolto un ingorgo togliendosi la giacca e spostando, letteralmente, una macchina affiancata. Un Presidente operaio, insomma…
"Scherzi a parte è andata davvero così. In quel gesto c’è una filosofia di vita che mi accompagna e che ispira il mio lavoro quotidiano. Non fermarsi davanti a niente. I problemi vanno risolti senza perdere tempo. Chi mi conosce sa che non mi perdo d’animo. Anche in quel caso ho dato precedenza ai fatti: sollevando l’autovettura che impediva la circolazione"

E’ diventato padre in due differenti stagioni della vita, avverte differenze?
"Affettivamente niente, perché voglio bene, ai più grandi come alla più piccola, indistintamente. Cambia solo la consapevolezza del ruolo che una maggiore maturità ti porta a vivere con un po’ di responsabilità in più. Diventare nuovamente padre, dopo tanti anni, è stata una rinascita, un risveglio di emozioni molto forte, la sensazione di una nuova stagione della vita che comincia. E’ come rimettersi in gioco, ricominciare, un’iniezione di vitalità senza la quale forse non ci sarebbe stato il mio impegno pubblico e tante altre belle cose che ho in mente di fare"

Consiglierebbe mai ai suoi figli di fare politica?
"Perché no? Ma i figli devono fare quello che sentono. L’impegno per la propria comunità è sempre ammirevole, se uno lo fa davvero pensando agli altri e non soltanto a se stesso. In ogni caso consiglierei loro di realizzarsi prima nel lavoro. Certo, fare le due cose insieme non è facile, ma aiuta a guardare la politica con il distacco necessario, per non farsi travolgere, nel bene e nel male".

Le hanno mai fatto la battuta "Presidente, ha le mani in pasta!"?
"Certo. Solo che il fatto che sia stato un imprenditore di successo prima ancora che un politico si è rivelato una sorta di passaporto di credibilità. La gente in campagna elettorale, come anche dopo, ha avuto netta la percezione che non avessi bisogno della politica per arricchirmi e questo mi ha aiutato moltissimo. Gliene dico un’altra più carina. In campagna elettorale si era anche ipotizzato lo slogan "una pasta d’uomo". Ma abbiamo evitato proprio per non mettere un colore politico sull’azienda, che non era candidata a niente"

Che cosa ama della provincia?
"Il suo limite che è anche la sua forza: l’essere un piccolo mondo che custodisce il cuore della tradizione e dell’identità di un territorio. I più grandi successi umani ed imprenditoriali della nostra terra hanno matrice "provinciale", in un mix di intuizioni aziendali, storie familiari e sfide innovative. Le radici sono importanti: sapere da dove si viene aiuta a capire bene dove si sta andando, anche quando i mercati esteri ti entrano in casa dalla porta principale. La provincia è una sorta di forziere di tipicità, a tutti i livelli. E non è casuale che le migliori storie imprenditoriali, ma anche culturali, nascono in contesti più protetti. C’è un qualcosa di originario, di vero, che manda avanti progetti e talenti, destinandoli al successo".

Domenica prossima deve invitare a pranzo una persona: il suo ex avversario, l’on. Amoruso oppure suo cugino, il sen. Divella, entrambi esponenti di An…
"Credo che entrambi si rivelerebbero di buon appetito, qualsiasi cosa ci sia in tavola e anche se uno dei due è quasi sempre a dieta. Ma sa, il piacere della compagnia…"

La ricchezza è più frutto dell’impegno o della fortuna?
"Diceva un vecchio proverbio, se non erro persiano, che la fortuna premia gli audaci. Bisogna darsi sempre molto da fare. I successi e le ricchezze di fortuna non hanno vita lunga o se ce l’hanno si portano sempre insieme un po’ di infelicità, perché sono minati alle radici"

Le viene mai voglia di andare in pensione?
"L’idea non mi sfiora affatto. C’è tanto ancora da fare."

Mi dia la sua definizione di "passione mediterranea"
E’ quel trasporto energico che anima le mie giornate, di padre, di marito, di uomo politico e di imprenditore".

martedì 7 Novembre 2006

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