Cultura

Scuola, lo scontro tra precari e governo parte da Bari

Antonio Scotti
Cresce la paura per la chiusura delle graduatorie permanenti e di concorso dopo il 2010. I docenti: "Qualcuno si assuma le responsabilità politiche di ciò che sta facendo"
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Impauriti per ciò che il futuro gli riserverà. Ma allo stesso tempo perseveranti nel difendere la loro posizione. E’con questo stato d’animo che i precari della scuola continuano la loro lotta contro la legge Finanziaria in discussione in queste ore alla Camera dei Deputati. Ieri pomeriggio, all’incontro organizzato al Fortino da Flc Cgil, Cobas e il Cip di Bari, in molti sono intervenuti per ascoltare  il vice presidente della Commissione Cultura Alba Sasso e  l’onorevole Titti De Simone, anche lei componente del medesimo organo. 

La paventata ipotesi prevista all’interno delle legge Finanziaria e riguardante la cancellazione delle graduatorie permanenti e di concorso non piace a nessuno.  E su questo punto Rifondazione Comunista è pronta a dichiarare lotta all’interno dell’Unione: “Apprezziamo molto gli sforzi di questo governo –Afferma Titti De Simone – Ma non ci muoveremo di un passo nel ribadire l’importanza della non cancellazione delle graduatorie a partire dal 2010, anche perché in Commissione Cultura abbiamo già fatto capire che il provvedimento non avrebbe un risvolto finanziario ed economico”.

Un altro fattore di indecisione tra i precari e l’attuale governo è l’innalzamento scolastico a 16 anni previsto all’interno del disegno di legge. I sentimenti sono contrastanti. Per la maggior parte c’è soddisfazione per aver allungato di due anni il tempo di formazione dei ragazzi. Ma a preoccupare è la possibilità prevista dall’articolo 68 della Finanziaria, il quale prevede che l’obbligo scolastico possa essere anche svolto attraverso la formazione professionale: “A questo punto sarebbe bene cancellarlo – dichiara Alba Sasso- . Occorre un serio ripensamento del progetto culturale dei ragazzi da 3 a 16 anni ed è necessario che la formazione professionale venga riqualificata attraverso una valorizzazione delle sue peculiarità e non svolgendo il ruolo di contenitore dei fuoriusciti dalla scuola”.

Ma ai precari non va giù che gli emendamenti non siano stati votati in Commissione Cultura. Ora la palla della decisone finale è passata nelle mani della Commissione Bilancio. E a finire sotto esame questa volta è l’attuale governo:  “Molto probabilmente gli emendamenti non sono stati votati perché alla Commissione Cultura non sia aveva la maggioranza – dichiara Maria Rita Gadaleta del Comitato insegnanti precari-. Ma  se la Commissione Bilancio decidesse di approvare la cancellazione delle graduatorie permanenti e di concorso dopo il 2010, ritorneremmo all’assunzione diretta degli istituti e pertanto all’articolo 5 della Riforma Moratti. Praticamente non cambia nulla dallo scorso governo e nessuno si assume le responsabilità di questo. Sono costernata, le graduatorie non si devono eliminare”.

Tra gli emendamenti presenati da partiti e sinadacati ci sono anche quelli riguardanti l’eliminazione dell’incremento del rapporti alunni e classe; la richiesta di nuovi metodi di reclutamento, formazione e abilitazione degli insegnanti ed infine una anticipazione delle immissioni in ruolo nell’anno 2006/2007.

Tra i precari non manca chi ha dovuto affrontare lunghe trasferte pur di manifestare il proprio malcontento ai rappresentanti di governo: “Sono insegnante precario dal 2001, ho 36 anni e sono padre di un bambino di 3 anni – afferma Antonio Aprigliano- . Pratico la professione a Bologna e prospettive di stabilizzazione non c’è ne sono. Sono deluso verso questa classe di governo, anche se spero che qualcosa possa cambiare”.

“Anche’io sono precario dal 2001 e attualmente sono in attesa di corsi abilitanti – aggiunge Mimmo Aprile del CipNa, comitato insegnati precari non abilitati- La cosa che mi colpisce è che i provvedimenti per la scuola inseriti all’interno Finanziaria non siano passati attraverso un dibattito approfondito in Parlamento. Forse non si comprende che il problema del precariato è centrale per il futuro della nostra società prima ancora che del mondo scolastico in generale”.

Il problema del precariato riporta in evidenza l’ipotesi di sospendere la Siss , la scuola di specializzazione all’insegnamento che centinaia di studenti intraprendono come unica strada per avvicinarsi alla professione di docente: “Forse occorre seriamente riflettere di eliminare le Siss– conclude Titti De Simone-  in quanto esasperano il precariato e non danno soluzioni di continuità”.

“Però una domanda me la pongo- si interroga De Simone-. Senza una quota di persone pronta ad insegnare, come si potrà garantire un buon funzionamento del sistema scolastico? In altri termini, una volta esaurito il precariato, chi andrebbe a coprire gli insegnati in maternità o quelli in malattia?”.

Ora l’attesa è tutta per la prossima settimana, quando la Commissione Bilancio si esprimerà sull’emendamento contro l’abrogazione delle graduatorie dopo il 2010. “Noi non molliamo – conclude Angela Gianneli della Flc Cgil- . I criteri di reclutamento dei docenti possono cambiare soltanto dopo aver completato l’immissione in ruolo di coloro che sono nelle graduatorie permanenti e di concorso. Prima no”.

 

martedì 31 Ottobre 2006

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