Cronaca

San Pietro, e pulizia fu fatta. Ma dopo?

Antonio Scotti
Vincenzo Divella: "Abbiamo in progetto un museo che comprende sia Santa Scolastica che gli scavi di San Pietro"
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“A sollecitazione abbiamo risposto. Ci siamo accorti della situazione presente nell’area archeologica di San Pietro e abbiamo deciso di effettuare una pulizia straordinaria. Speriamo per il futuro di non farci richiamare più e di anticipare i lavori di pulizia”.
Così Vincenzo Divella, presidente della Provincia di Bari, in risposta alla denuncia avanzata dalla redazione di Barilive.it (e soprattutto dai suoi lettori) circa lo stato di abbandono e di degrado in cui riversava  il sito archeologico di San Pietro, nella città vecchia.
Così come da noi documentato in un precedente articolo, l’ erbaccia lunga metri aveva danneggiato una delle aree storicamente più preziose in uno dei tanti campi disabitati della città.
Ora  le propaggini erbose sono state eliminate. Ma forse è ancora poco per salvaguardare lo stato di un’area archeologica come quella di San Pietro.


Una pulizia straordinaria e un recinto di metallo da soli  non bastano per evitare che il confine del sito non diventi puntello per stendere i panni bagnati o probabile discarica di piccoli rifiuti.
“In realtà, con il progetto che  abbiamo steso insieme con la Regione Puglia – ricorda Vincenzo Divella –  noi tutti ci siamo presi l’impegno di costruire nei prossimi anni un museo in tutta l’ area compresa tra la chiesa di Santa Scolastica e San Pietro”.



La chiesa di Santa Scolastica contiene ancora i reperti presenti nell’allora Museo archeologico provinciale. Non solo, ma al proprio interno sono presenti i risultati di scavi conclusi negli anni pregressi. Secondo le intenzioni del progetto, con il museo  si permetterebbe di valorizzare e collegare le due zone attraverso dei camminamenti e dei percorsi storico-archeologici.


Come sempre accade, non mancano problemi. “E’un processo lungo – ammonisce Divella- in quanto abbiamo finanziato per il momento soltanto una prima parte di scavi. I lavori riguardanti la seconda e la terza parte degli scavi di San Pietro devono ancora iniziare”.



“Se accadesse, come noi ci auguriamo – continua Divella- che dalle ricerche dovessero emergere importanti novità sotto il profilo archeologico, allora ci troveremmo a dover sospendere i lavori di costruzione del museo”.  Sono previste scadenze? “No, al momento non mi sento in grado di poter dare una scadenza, proprio per la ragione che spiegavo prima” .



“La richiesta della Soprintendenza- conclude Divella- è quella di bonificare prima tutta l’area degli scavi. Una volta bonificata si dovrà capire dove poter collocare i pali di cemento che consentiranno di costruire i percorsi archeologici”. 
Ora si attende una risposta dalla Soprintendenza. Tutto sembra pronto, ma in realtà le cose da fare sono molte. Il silenzio non potrà giovare ai tanti studiosi che non vogliono vedere trasformata l’area archeologica in immondezzaio (vedi quello che accaduto a Palese) o, come si vocifera da anni, in una colmata di cemento utile per parcheggiare le automobili. E se ci aggiungiamo i soliti tempi burocratici, la speranza del museo nell’area compresa tra San Pietro e Santa Scolastica rischia di tramontare. Stiamo a vedere.


 

venerdì 27 Ottobre 2006

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