Cultura

Bari capitale del cinema indipendente

Fortunata Dell'Orzo
Le cinque giornate di Mimmo Mongelli e la sua banda di cinefili
scrivi un commento 3271

A dare una scorsa la programma, che mostra una crescente maturità del progetto sul cinema più ambizioso si sia mai visto da questa parti, ci si chiede come faranno a fare tutto e, soprattutto, come faremo noi a deguire tutto non disponendo del donod ell’ubiquità o di una numerosa e competente redazione cultura.

Intanto diciamo subito che c’è un sito internet apposito dove poter prendere ampia visione del programma e a questo moderno mezzo di comunicazione rimandiamo i nostri lettori che vogliano organizzarsi le prossime serate.

A noi compete, invece, notare come l’offerta dei film si sia ulteriormente allargata e differenziata: tre le sezioni delle opere in concorso, con due giurie differenziate. Ed una ricca sezione fuori concorso destinata alle sperimentazioni più avanzate, comprese quelle che vedono il videofonino come strumento di ripresa.

Due nomi "pesanti" a presidere le giurie: Anton Giulio Mancino e Edoeardo Winspeare; una serie di manifestazioni collaterali, come usia dire, fra cui mostre ed omaggi ai maestri di sempre.

Diverse location individuate, oltre al Cinema Armenise che ospita da sempre le proiezioni.

Fra i partner, la cooperativa Estense di Santa Caterina, qualcosa più di un tentativo per "decentrare" le proposte e far circolare aria di cinema anche dove mai potrebbe capitare.

A far da sfondo a tutto, compreso l’intero progetto che si deve alla creatività di Mimmo Mongelli, direttore artistico del Festival, è l’indipendenza del Cinema prodotto: nessuna logica che non sia quella di chi vuole "fare e proporre" idee veicolate da questo straordinario mezzo che è anche messaggio di se stesso.

Il mercato è lontano, insomma. Nessuna strizzatina d’occhio a ciò che fa diventare un film campione di incassi e che lo brucia in una stagione, massimo due.

Le tecnologie, insomma, stanno facendo si che chiunque possa realizzare un film.  Un vecchio sogno degli ex ragazzi degli anni settanta oggi può essere realtà (e in alcuni casi lo è già) attraverso quel gesto ieratico e sempre più diffuso di brandire un telefonino davanti a sè…a catturare e proporre per l’eternità l’attimo fuggente.

 

venerdì 20 Ottobre 2006

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti