Attualità

Dalla parte sbagliata

A.C.
Questo giornale non condivide, ma rispetta. In nome della pacificazione nazionale
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Predappio è un posto dal clima terrificante. Gelido ed umido d’inverno,torrido ed ugualmente umido d’estate. Non serve chiedere indicazioni. Ci arrivi e basta. I vecchi del paese, dispersi sui marciapiedi, non ti guardano neppure più. Sanno. E, se chiedi un’indicazione, ti dicono di andare sempre dritto. Ci si arriva da una strada lunga ed alberata, via del Rabbi, costellata di locande che ti promettono tutte la stessa cosa, piadina e Sangiovese. Ed in effetti la piadina che si mangia a Predappio è la migliore della Romagna. E’ calda, fragrante, ti riconcilia con la vita.

Predappio è un paese strano, un paese di si sa, ma non si dice. Anzi, ora non proprio si dice, ma si sussurra. La pacificazione nazionale qui a Predappio, come nel resto d’Italia, fatica ad arrivare. C’è stato un tempo in cui andarci, perché quelli che ci vanno ci vanno solo per un motivo, era difficile. Forse anche pericoloso. Poi è arrivato il 1994, e tutto è diventato un po’, ma solo poco, più semplice.

Via del Rabbi. Ti accompagna in paese, lo sega in due, qualche bar, un paio di tabaccai, salumerie, il barbiere e poi sulla destra come sulla sinistra negozi di souvenir. Posti tutti uguali, che vendono tutti le stesse cose: statuette, carte da gioco, magliette, accendini, ciondoli e tutto quanto possa ricordare e, dunque, possa essere venduto.
Non sono la piadina e il Sangiovese a mantenere l’economia di questo paese secco e aspro, quanto, piuttosto, quelle botteghe tutte uguali, che si fanno la guerra le une con le altre, dove non si vende per l’idea, ma si vende per stare un po’ meglio economicamente. Prima di arrivare nella piazza principale, a destra c’è la deviazione per Dovia.

Dovia. La frazioncina minuscola di un paese già piccolo.Una casetta piena di verde. La scala esterna. Ben tenuta. A Dovia di Predappio è nato Benito Mussolini. Più o meno alla stessa altezza, ma sulla sinistra, c’è lo svincolo per andare alla Rocca delle Caminate. Che è il castello che il Comune di Forlì regalò a Mussolini quando divenne Duce e che Rachele, la vedova, restituì al Comune, anche se era piombata nella miseria e per vivere era stata costretta ad aprire una trattoria. Proprio lì, a Predappio.

Sangiovese, piadina e ottime pappardelle con i funghi. Rachele Mussolini ebbe la pensione che le spettava solo perché Giulio Andreotti si impegnò personalmente. Quando appesero suo marito a testa in giù, dalle tasche, non cadde neppure uno spicciolo.

Ma Predappio è soprattutto il cimitero. E, nel cimitero, c’è la Cripta della famiglia Mussolini. Chi ha una propria fede politica ed ideologica, chi pensa in maniera divergente, almeno una volta nella vita si ritrova qui. La Cripta Mussolini è un luogo di morte, come tutte le cripte. Ci trovi Bruno,che era un ragazzo quando morì, e fu la punizione più dura da sopportare. Era il 1941, nel cuore di quella guerra appoggiata, voluta, dovuta. Ci trovi Annamaria, che morì a 39 anni, e fortunatamente suo padre andò via prima di lei. Annamaria, malata di poliomelite alla quale gli americani avevano tolto il busto, per impedirle di muoversi. Annamaria era una bambina quando gli americani le tolsero il busto. Poi ci trovi altri volti ed un unico cognome.

E ci trovi lui, Benito Mussolini, il Duce.C’è gente che va a rendergli omaggio ogni anno, più volte all’anno. Ci credono. E’ il loro "pride". Ma, chissà per quale barbara ragione, chissà per quale declinazione del politicamente corretto, la  tolleranza esiste, ma fino ad un certo punto. E’ vero. Ci sono ragazzi con i capelli rasati e gli anfibi che lasciano perplessi a vederli. Sono gli stessi che espongono manifesti con le foto di collaborazioniste rasate a zero e picchiate. Solo che le collaborazioniste di quelle foto sono bambine e tutt’intorno ci sono uomini che potrebbero essere i loro padri e donne che potrebbero essere le loro madri, e ridono. Le bambine di quelle foto piangono e loro ridono. Bé, hanno vinto.

Poi ci sono le persone anziane. Anziane, proprio vecchie. Donne e uomini che hanno fatto una scelta sessant’anni fa e, per quanto la guerra e la vita li abbiano puniti, per quanto abbiamo faticato per raccogliere un posto nella società, per quanto si siano sentiti discriminati, additati, presi in giro, imbavagliati dal comune pensare, non hanno mai rinnegato. E vecchi, con i bastoni, indossano i loro baschi, per ricordare che, quando erano ragazzini, semplicemente hanno fatto una scelta scomoda. Che si è rivelata perdente. Predappio è tutto questo. Piadina, sangiovese, lacrime ed orgoglio di appartenere, di stare dalla parte sbagliata, ma fino alla fine.

martedì 16 Maggio 2006

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