Scelgo le vie del Sindaco per arrivare a Punta Perotti, quelle strade come Viale Unità d’Italia e Viale della Repubblica dove a volte lo si vede fermo con l’auto blu: traffico scorrevole, qualcuno che si prepara a partire per il ponte della Liberazione: certo è che per chi resta in città ma anche per tutti i baresi che sono fuori, la liberazione definitiva del lungomare dalla saracinesca avverrà domani "quando l’ultimo modulo del palazzo A imploderà" affermerà sereno alle 10.35 a "perfetta impolsione avvenuta" il Dott. Zappa della General Smontaggi.
Certo c’è ancora da demolire meccanicamente Palazzo Quistelli, ma il lungomare torna a respirare, come ho fatto io stamattina per raggiungere i 224 colleghi dell’area stampa di Punta Perotti, godendo dell’aria pulita e iodata del mare di Bari e della strada sgombra d’auto: alle 10, a mezz’ora dall’implosione iniziava il lento peregrinare di curiosi e attivisti del WWf verso il limite di Pane e Pomodoro.
Attaccata la fidata due ruote al solito palo, mi apposto sulle transenne con la mia telecamerina: stavolta non si scappa, alle 10.25 solo pochi bisbigli e la tensione sale, il ricordo del due aprile è ancora troppo vivo, e il suono della sirena (simile a trombette da stadio) finalmente risuona nell’aria.
10.30 e boom: liberazione atto secondo, Michele Emiliano arriva dopo neanche venti minuti seguito dai fidati assessori Capano, Abbaticchio e De Caro: con loro e con l’ing. Borelli delle RFI ha seguito l’implosione dall’ex scuola media Verga e poi ha raggiunto giornalisti e cittadini nell’area del parcheggio di Pane e Pomodoro.
Cosa fare dopo il botto? interrogatio che risuona dal giorno della firma del contratto con la ditta di Novara, il 21 febbraio scorso, quando l’opera di smontaggio ha mosso i primi passi.
Emiliano tranquillamente risponde: "Dopo lo sminuzzamento e la deferizzazione delle macerie daremo vita ad un parco, con piccole attrezzature per garantire la pronta utilizzabilità della costa."
Riqualificare nel segno dell’"agibilità democratica": in questo si inserisce poi anche un futuro intervento sullo scarico della fogna bianca di Pane e Pomodoro e lo spostamento entro tre anni dei binari a Japigia (il così detto collo d’oca).
Al nodo ferroviario fa chiaro riferimento il Sindaco, che non tralascia la stoccatina a Simeone Di Cagno Abbrescia "che fa come il Giapponese nel Pacifico e che ha sempre sostenuto l’impossibilità di tornare indietro dopo il raddoppio della linea Bari-Torre a Mare. Nella Bari che verrà ci sarà spazio per il ragionamento razionale e condiviso."
Intanto tra un mese arriveranno le 50 idee dalla Biennale di Venezia per la riqualificazione del lungomare a sud di Bari e che saranno oggetto di una discussione "ampia e rapida", ha garantito il Sindaco "perchè questa città deve cambiare in fretta, nel segno della legalità e di un più giusto rapporto con l’ambiente."
Si torna a casa, in bici naturalmente: il domani ci attende con l’ultima implosione e un futuro diverso e colorato dal blu del mare e dal verde di un prato.
Pura utopia? Non ditelo al Sindaco di Bari, che ha avuto il coraggio di nominarle e che di quell’innominabile sogno di un lungomare ridato ai baresi, ne ha fatto una sua bandiera in tempi non sospetti.