Politica

Voto elettronico alla prova

Danilo Calabrese
In caso di contestazioni, faranno comunque fede i registri cartacei
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Puglia come Lazio, Liguria e Sardegna. Quattro regioni unite da un progetto pilota di informatizzazione della rilevazione del voto, che molto presto potrebbe interessare l’intera penisola. Ris il suo nome: rilevazione informatizzata dello scrutinio. Gli elettori pugliesi, infatti, il 9 e 10 aprile troveranno nel seggio elettorale una postazione dotata di computer portatile e stampante, che servirà ad immagazzinare i risultati in via informatica dopo lo scrutinio effettuato dalla commissione.

A compiere questa operazione sarà l’operatore di sezione, incaricato di trascrivere durante lo spoglio i voti sul pc. I dati di Camera e Senato verranno memorizzati su due diverse pen drive (supporti informatici mobili) che verranno consegnate al termine delle operazioni elettorali al coordinatore di plesso. Sarà costui, infatti, il responsabile della trasmissione via internet dei risultati rilevati in ogni sezione.  

L’informatizzazione elettorale consentirà al Ministero degli Interni di avere un quadro della situazione (solo rispetto alle quattro regioni) immediatamente dopo la chiusura dei seggi. L’elettore avrà la possibilità di sapere quasi in tempo reale le percentuali del proprio partito, cliccando sul sito web del ministero. Un progetto che coinvolge 12.800 operatori di sezione, 6.000 coordinatori di plesso, 500 operatori call center (che fungeranno da collegamento operativo tra coordinatori e responsabili del Ris) e 700 operatori di volanti (addetti al pronto intervento).

I vantaggi? E’ chiaro che si va dalla velocità di comunicazione dei dati alla sperimentazione informatica, che ci proietta verso un futuro di inevitabile progresso. Ciò che, invece, risulta meno chiaro è la procedura utilizzata dallo Stato per l’assegnazione dell’incarico alle agenzie di lavoro (in particolar modo all’Adecco) di ricerca del personale, per la scelta dell’azienda fornitrice delle apparecchiature elettroniche e quanto tutto questo sia costato ai contribuenti (senza contare le spese di spedizione dei materiali e i corsi di formazione di una giornata per preparare i quasi 20.000 ragazzi).

Unica cosa certa: la scelta degli operatori avvenuta tramite chiamata diretta delle agenzie. Nessun bando nè pubblici avvisi. I maligni affermano che la stessa ricaduta della scelta sulle quattro regioni non sia del tutto casuale. Nelle ultime elezioni regionali, eccezion fatta per la Sardegna che deve ancora rinnovare il suo consiglio, Puglia, Lazio e Liguria sono passate inaspettatamente al centrosinistra. Che sia un altro tentativo del governo di far sentir il proprio fiato sul collo? Niente paura. In caso di discrepanze tra i registri cartacei e quelli elettronici, fanno fede i primi. Per ora.

giovedì 6 Aprile 2006

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