Attualità

Bari: il nodo della ferrovia

Antonella Ardito
Da Roma non arriva la firma dell'accordo per ridisegnare i binari a nord e a sud della città
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Bari ha una profonda anima fatta di ferro e ciottoli, che la attraversa da nord a sud creando danni e vantaggi insieme per coloro che nei pressi ci vivono e ci lavorano: a Palese i residenti da sempre richiedono maggiore attenzione ai troppi passaggi a livello che insistono sulla circoscrizione e che spesso hanno stroncato le vite di coloro che tentavano di bypassarli.
Spostandoci a sud ci si ritrova con dei binari che sono forbici tra le case ma sulle macerie di Punta Perotti ci sarebbe lo spazio per la ferrovia, o meglio per effettuare una deviazione dei binari che interessano Japigia e rendere il quartiere più vivibile.

A sostenere la necessità di coniugare l’aspetto urbanistico e della qualità della vita con la necessità di garantire la mobilità delle persone è in prima linea l’Assessore Regionale ai Trasporti Mario Loizzo, che con gli assessori Abbaticchio e De Caro, porta avanti dal giugno 2005 la battaglia per dotare il capoluogo di un riassetto ferroviario compatibile con le diverse esigenze del territorio.

Da Roma però non giungono buone notizie: dopo avere firmato il protocollo d’intesa e concluso i lavori del tavolo tecnico che ha interessato il Ministero dei Trasporti, RFI  e tutte le aziende della mobilità su ferro la firma dell’accordo, che sarebbe dovuta avvenire il 21 marzo scorso e che avrebbe permesso al Cipe di finanziare le opere di interramento e di deviazione dei binari, è slittata inevitabilmente alla prossima legislatura.

Lo studio di prefattibilità commissionato dagli enti locali e che la Proger spa ha pronto fin dai primi di marzo, deve attendere per diventare una realtà con una solida base finanziaria: in breve tra le proposte fatte dalla società, tenendo conto dei diversi parametri con i quali la ferrovia deve fare i conti, dall’assetto idrogeologico al sostrato culturale, sempre nell’ottica di garantire un miglioramento del servizio, l’inserimento delle ferrovie nel territorio urbano e la riqualificazione delle aree dimesse, si è progettato di interrare a Palese i binari che sopportano un carico altissimo di traffico (160 treni al giorno più 51 provenienti dal nord barese) e di deviare i binari di Japigia avvicinandoli alla statale 16, utilizzando anche parte dei suoli dove resiste ancora per poco Punta Perotti
Tre anni di impegno per la tratta a sud, quattro per quella nord, questa la previsione per la durata dei lavori, per un costo rispettivo di 370 milioni di euro e 300 milioni di euro: sui finanziamenti Loizzo precisa: “Si possono reperire 250 milioni di euro dal riassetto di vecchie opere che non  è più necessario realizzare, questo dal ministero: il resto bisognerà cercarlo nei Fondi Por 2007/2013” e sarà importante non perdere questo treno carico di finanziamenti europei per portare a termine un riassetto della città, che come ha ripetuto il Sindaco Emiliano: “è uno dei punti cardine del patto sottoscritto con i cittadini, anche se i miei leali avversari dell’epoca mi dicevano che la città non si poteva cambiare.”

Emiliano non ha dubbi sulla mancata firma dell’accordo: “Qualcuno gli ha detto (riferendosi ai dirigenti del Ministero dei Trasporti) di non firmare, e questa circostanza fa cadere l’idea dello stato.”

Toccherà ai vertici istituzionali in materia di trasporti di Comune e Provincia, insieme alle aziende interessate alle opere del nodo ferroviario, continuare a chiedere a gran voce la firma dell’accordo perché il colore politico di un’amministrazione non può ogni volta annullare opere che fanno il bene della collettività.

giovedì 6 Aprile 2006

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