Cronaca

Valentina: ecco la ricostruzione del Comune di Bari

La Redazione
l'Assessore e i suoi collaboratori forniscono le tappe di una tragedia annunciata
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L’assessore Susi Mazzei  esprime a nome dell’Amministrazione Comunale di Bari la più profonda commozione per la tragica morte della piccola Valentina, vittima innocente.
Fermo restando il dolore per questo drammatico episodio, che ha portato all’arresto della madre minorenne D. per omicidio volontario, l’assessore Mazzei intende sottolineare che non esiste alcun nesso tra l’evento in questione e l’operato del Servizio Sociale, così come paventato da alcuni organi di stampa.
L’Assessore Mazzei, infatti, appena appresa la notizia, ha tempestivamente ricostruito con le assistenti sociali della IV Circoscrizione, competenti per territorio, tutti gli interventi effettuati in relazione al caso della minore D., segnalata dal Tribunale per i Minorenni.
Dalla ricostruzione, che si riporta di seguito, si evincono la solerzia e la professionalità dimostrata dal Servizio Sociale del Comune di Bari in tutte le fasi della vicenda e l’assoluta imprevedibilità di quanto avvenuto.

Il 23 giugno 2005 il Tribunale per i Minorenni richiede al Servizio Sociale della IV Circoscrizione di effettuare un’indagine sociale nei confronti della minore D. per “condotta irregolare”. Contestualmente Il Tribunale convoca per il 12 luglio sia la minore D. e la sua famiglia, sia il Servizio Sociale della IV Circoscrizione.

Il 27 giugno 2005 il Servizio Sociale effettua la prima visita domiciliare presso la residenza della minore D. In tale occasione la madre di D. dichiara che sua figlia è andata a vivere ad Adelfia con il suo compagno, dal quale aspetta un bambino.

Il 12 luglio 2005, giorno fissato dal Tribunale per l’incontro, alla convocazione si presenta solo il Servizio Sociale interessato e nessuno degli altri convocati. In tale occasione il Servizio Sociale mette a verbale quanto appreso dalla madre di D. il 27 giugno.

Due giorni dopo, il 14 luglio, la minore D., sollecitata telefonicamente dall’assistente sociale, si presenta presso l’Ufficio circoscrizionale e conferma tutto quanto dichiarato da sua madre circa la sua convivenza, il suo stato di gravidanza e l’attuale domicilio ad Adelfia.

Il 9 agosto 2005 l’assistente sociale per approfondire le condizioni di vita della minore D. incontra anche il suo convivente, il quale conferma di abitare con la minore D. in una casa di campagna nei pressi di Adelfia, di proprietà di sua madre. Il convivente non è in grado di fornire l’esatto indirizzo dell’abitazione, trattandosi di una località di campagna. L’assistente sociale, al fine di portare a termine l’indagine psico-sociale, fissa un appuntamento con il convivente, presso un crocevia di Adelfia. Ma a quell’appuntamento, in cui l’assistente sociale si reca con l’auto di servizio insieme a due colleghi,  né la minore D. né il suo convivente si presentano.

L’8 settembre 2005 il Servizio Sociale della Circoscrizione invia la relazione sociale al Tribunale per i Minorenni evidenziando l’urgenza di un’ulteriore convocazione della minore D., della sua famiglia e del suo convivente.

Da questo momento il Servizio Sociale resta in attesa di conoscere i provvedimenti che il Tribunale intende adottare in relazione al caso, in quanto unica autorità preposta ad attuare interventi coercitivi.

Il 28 febbraio 2006 il Servizio Sociale, dopo aver constatato l’esistenza di una  richiesta di assegno di maternità a favore della neonata Valentina, figlia della minore D., effettua una nuova visita domiciliare presso l’abitazione della madre della minore D., unico punto di riferimento anagrafico.
In tale occasione la madre di D. dichiara che le condizioni di sua figlia e della nipote neonata sono buone e che entrambe continuano a vivere ad Adelfia. Il Servizio Sociale insiste per ottenere un altro appuntamento per poter incontrare la minore D. e la neonata e riesce a fissarlo per il 7 marzo 2006. Ancora una volta all’appuntamento non si presenta nessuno. Il Servizio Sociale continua a  cercare un contatto con la minore D., con la sua famiglia e con il suo convivente, senza alcun risultato.

Ieri, 15 marzo 2006, il Servizio Sociale riceve una segnalazione per iscritto da parte del Servizio Sociale dell’Ospedale Di Venere che chiede di monitorare la situazione della neonata Valentina.

Oggi, 16 marzo 2006, alle ore 9.30, le assistenti sociali effettuano una visita domiciliare presso l’abitazione della madre di D., dalla quale apprendono la tragica notizia.

Dalla ricostruzione si evince chiaramente che nessun’altra attività poteva essere svolta dal Servizio Sociale in mancanza di attivazione delle ricerche del domicilio esatto da parte delle Forze dell’Ordine che potevano essere incaricate solo dall’Autorità Giudiziaria.

venerdì 17 Marzo 2006

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