Cultura

Riforma Moratti, i presidi di facoltà dicono no

Antonio Scotti
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Il disegno di legge Moratti, riguardante la riforma sullo status giuridico delle carriere universitarie, non piace né agli studenti né ai docenti.
Ieri, la facoltà di Lettere e filosofia è stata occupata dalle associazioni studentesche, (in primis il Collettivo) che da ormai quattro settimane si stanno mobilitando con forme di protesta che hanno coinvolto sopratutto i ricercatori e i dottorandi baresi.

Sempre ieri  il senato accademico ha manifestato, attraverso un comunicato stampa, il proprio "sconcerto e la propria ferma opposizione per il metodo praticato dal ministero che viola ogni consolidata prassi, impedisce ogni proficuo confronto ed oppone un cieco diniego avverso le molteplici, reiterate e fondate critiche, proposte ed osservazioni a gran voce avanzate dalla Crui (Conferenza dei rettori), dal Cun (consiglio universitario nazionale) e da tutte le associazioni di categoria”. Per oggi, invece,  il Senato accademico, insieme al consiglio d’amministrazione, ha indetto non solo la sospensione totale delle lezioni, ma anche una assemblea unitaria con gli studenti, i ricercatori e il personale  tecnico amministrativo  presso la facoltà di Medicina e chirurgia
Antonio Iannarelli, preside della facoltà di giurisprudenza, ha ribadito "la necessità di insistere sui rilievi di incostituzionalità che il ddl presenta e su cui solo il Presidente della Repubblica potrà intervenire”. Questo l’auspicio anche degli altri presidi e in seguito al quale Maria Svelto (preside della facoltà di biotecnologia) aggiunge: “Sono disposta a rimettere il mio mandato di preside se  tutto il corpo docente, insieme a tutti i responsabili degli altri atenei italiani, sono pronti ad impegnarsi con forza e decisone in questa forma di mobilitazione. E’ora di farci sentire”
 

 

giovedì 3 Novembre 2005

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