Politica

Cpt, Vendola: “Il crimine non ha tipicità etniche”

Antonio Scotti
Loiero: "Sull'immigrazione le Regioni devono far sentire la loro voce"
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Un forum nazionale alla presenza di tredici governatori regionali, tutti di centro-sinistra, schierati contro i centri di permanenza temporanea. Uniti anche nella volontà di tessere le fila di un discorso che possa far giungere ad una piattaforma comune sulle politiche di immigrazione.
 E’ con questo auspicio che si aperto stamattina l’incontro dedicato al tema dell’immigrazione  “Mare Aperto”, voluto dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che, in apertura del suo discorso, ha  subito ricordato la strage che ha colpito Londra lo scorso 7 luglio: “Stiamo vedendo con molta angoscia cadere progressivamente la soglia di sicurezza del mondo intero. E sappiamo cosa significa mandare in vacanza i figli per studio nelle capitali del mondo, per esempio Londra, e che cosa significa percepire nel vivere quotidiano questa ipoteca di terrore, di violabilità permanente del diritto alla vita”.
Tuttavia, Vendola,  raccogliendo l’invito delle delegazioni della rete dei movimenti (No global, pacifisti, ma anche movimenti religiosi come i Comboniani e responsabili di parrocchie italiane) che hanno presentato un documento finale per indicare i punti cardini di una ristrutturazione complessiva delle politiche nazionali sull’immigrazione, a partire dallo scongiurare il pericolo della costruzione di un cpt al quartiere San Paolo di Bari,  incoraggia a “riaprire veramente in Italia e in Europa un’interlocuzione feconda, sui temi delle politiche dell’immigrazione”. Ma alla base di tutto questo il governatore pugliese ricorda come bisogna dissuadere coloro i quali pensano che gli atti delinquenziali e i recenti fatti di cronaca provengano dai clandestini: “ Il crimine non ha tipicità etniche ma ha semplicemente condizioni che risalgono alle responsabilità delle persone”
Il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero che già giorni fa, all’indomani del question time del Ministro dell’Interno Pisanu, denunciò la condizione in cui si trovano gli immigrati all’interno dei Cpt ribadisce la necessità “che le Regioni facciano sentire forte la propria voce in modo da essere ascoltati a Roma. Questo non significa cercare lo scontro istituzionale col governo centrale ma decidere tutti assieme, Stato e Regioni, perché così come stanno le cose c’ è una inaccettabile limitazione di diritti che gli immigrati, anche se clandestini, continuano ad avere. Bisogna, invece,  garantire loro assolute condizioni di vivibilità”.
E proprio sull’accoglienza Vendola richiama alla memoria come da sempre la terra di Puglia sia stata frontiera dell’arrivo di molteplici etnie, raffigurate anche nell’iconografia religiosa classica.  Però ribadisce come “oggi vige una condizione di limbo politico, un concetto di detenzione amministrativa che rende, perfino a noi uomini delle istituzioni, impossibile a esercitare il diritto di controllo e di tutela della vita e dei diritti di chi è lì recluso”.

martedì 12 Luglio 2005

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