Politica

Regione, Fitto abbandona l’aula consiliare

Antonio Scotti
Chiede un minuto in più ma Pepe rifiuta la richiesta
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BARI – Giornata convulsa alla Regione. Proprio oggi, infatti, il capo dell’ opposizione di centro-destra, l’ex governatore Raffaele Fitto, ha deciso, dopo il rifiuto da parte del Presidente del consiglio Pietro Pepe (Margherita) in merito alla richiesta dello stesso Fitto di aumentare di un minuto il tempo del suo intervento, di alzarsi e di abbandonare l’aula consiliare insieme con  tutti i consiglieri della Casa della Libertà.

Il Consiglio regionale, convocato per discutere dell dichiarazioni programmatiche dell’attuale Presidente della Regione Nichi Vendola, ha visto pertanto l’aula priva dell’opposizione anche durante l’intervento dell’attuale governatore.
Vendola non ha affatto perso l’occasione per replicare : «Facciamoci le critiche aspre, ma tutti  dobbiamo essere consapevoli del fatto che la politica non è una proprietà mia o di Fitto, la politica è di tutti». «L’idea che offrire una visione dello sviluppo della Puglia sia fare poesia o fare retorica – ha poi detto Vendola parlando con i giornalisti – è un po’ l’indice di come era decaduta la politica in questa regione”.

Intanto nella giornata c’è stata anche l’occasione per ulteriori analisi delle aree d’intervento dell’azione governativa : “Abbiamo fatto – ha aggiunto Vendola – un ragionamento sulla Puglia, abbiamo detto che c’è molta più povertà, che c’è un pezzo del ceto medio che comincia ad avere paura della povertà e che ci sono i giovani che sono disperati per una ragione: perchè non c’è più il lavoro come una risorsa per il futuro, c’è soltanto precarizzazione del mercato del lavoro».

Innovazione, formazione, saranno gli assi portanti delle nuove  politiche a sostegno dello sviluppo delle piccole imprese  senza distogliere lo sguardo dal buon funzionamento della pubblica amministrazione. “Noi vogliamo che la macchina della pubblica amministrazione- ha detto Vendola- sia autonoma dalla politica, che le persone possano fare carriera per merito non perchè sono parenti o amici del politico di turno».

 

martedì 28 Giugno 2005

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