Politica

A Bari “la fabbrica del programma” di Prodi

Antonio Scotti
Tutta l'Unione nel capoluogo pugliese per parlare di Sud
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Tavoli spogli e molto essenziali, pedane da cantiere sopraelevate, tali da  permettere ai relatori di esporre i propri interventi nell’ambito di un brainstorming rigorosamente limitato a cinque minuti.
Tabellone luminoso per il conto alla rovescia e sirena, proprio come quelle che si sentono in fabbrica, allo scadere dei 300 secondi.
 Questa è la “fabbrica del programma” di Romano Prodi, oggi a Bari per la prima tappa in Sud d’Italia.  Essa vuole rappresentare una sorta di laboratorio politico all’interno del quale amministratori pubblici, economisti, docenti universitari, rappresentanti dell’industri locale e nazionale nonché studenti si sono alternati per dare anche il loro apporto alla definizione del testo da presentare agli elettori in occasione delle prossime politiche.  Il tema del confronto che il professore di Reggio Emilia ha voluto discutere è stato: “Esistono reali possibilità di sviluppo industriale nel mezzogiorno d’Italia?”. 

Al suo computer portatile Prodi, assieme ai principali segretari di partito del centro-sinistra come Piero Fassino, Francesco Rutelli ed Enrico Boselli, ha appuntato tutte le analisi offerte  dagli intervenuti, a partire da quella del sindaco di Bari Michele Emiliano che ricordato come “la Puglia è un luogo  in cui si dovrà elaborare un modello di sviluppo da cui partirà un cambiamento di rotta per l’intero paese”.
 A seguire Gianfranco Viesti, docente di economia internazionale dell’Università di Bari, la cui analisi ha fatto luce su quello che si dovrebbe approntare per il futuro. “Serve il terziario, ma serva anche industria per il futuro del Sud- rammenta Viesti- occorre però che fuori da cancelli ci sia sicurezza, atenei e centri tecnici di eccellenza pronti a supportare le richieste delle manifatture”.

Grande commozione tra il pubblico per l’intervento del presidente di Confindustria della regione Calabria Filippo Callico che, molto provato e con un fare alquanto rassegnato, ha ammonito che prima  di sviluppo economico per la sua regione “la vera emergenza  si chiama ‘ndrangheta”. In una lettera aperta al Presidente della Repubblica Ciampi, Callico ha invocato addirittura il ricorso dell’esercito italiano. Il tema della sicurezza è richiamato anche nell’intervento del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. “Non si può parlare di sviluppo come un insieme di ricette economiche, occorre invece partire dall’impoverimento dei tessuti sociali e dai territori orfani di logiche produttive – aggiunge il governatore Vendola- senza dimenticare l’obiettivo del lavoro che ancora oggi è privo di quasi tutti i diritti.”

Il problema della disoccupazione del sud ha costituito un po’ il filo conduttore degli interventi, i quali  hanno cercato di superare brevi saggi di saggezza politica e si sono  calati concretamente nel pratico.  L’ex presidente di “Sviluppo Italia”, Carlo Borgomeo, ha severamente scoraggiato quanti speravano  di superare tutte le difficoltà di collocazione del prodotto mediante strategie di esclusivo marketing: “Esso è sicuramente importante, ma il sud si ricordi che ha anche un problema di prodotto sul quale bisogna investire soprattutto in ricerca e sviluppo.”
Vincenzo Divella, presidente della Provincia di Bari, ha portato l’allarme del settore tessile che sta per perdere quasi   venti mila lavoratori nel nord-barese, ma ha anche menzionato il dinamismo dell’area pugliese in tema di agro-alimentare e nella componentistica meccanica. “I prodotti non sono solo merci- ha proseguito Divella- ma anche cartoline che devono il più possibile viaggiare per raccontare la vitalità e l’esperienza accumulata nella nostra terra”.

 In conclusione, intervento  di Romano Prodi che  ha raccolto suggerimenti e impressioni che hanno, seppur vorticosamente, manifestato la condizione complessiva del mezzogiorno d’Italia e che dovranno necessariamente costituire il punto d’inizio di un programma che ci sia augura non finisca per essere solo letto come distintivo di una solita campagna elettorale. Dopo la fabbrica non rimane allora che attendere la nave del cavaliere

martedì 21 Giugno 2005

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