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L’Ordine dei Medici di Bari: “Condizioni di lavoro difficili”

la redazione
Forte la preoccupazione per condizioni che mettono a rischio la qualità dell'assistenza fornita ai cittadini
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A pochi giorni dallo sciopero nazionale della sanità pubblica che Lunedì 22 luglio coinvolgerà oltre 115 mila medici e veterinari dipendenti, insieme a 20 mila dirigenti sanitari, amministrativi, tecnici e professionali, l’Ordine dei Medici della Provincia di Bari si fa portavoce di una grave preoccupazione per la situazione attuale della professione medica all’interno del servizio sanitario in Puglia e per le ripercussioni che questo può avere sulla qualità dell’assistenza.

Lo sciopero è legato al mancato rinnovo del contratto e alla delicata questione della responsabilità professionale e della RC obbligatoria, ma esprime anche un disagio più ampio sulla condizione in cui molti medici si trovano ormai ad operare. In un periodo di tagli e di sacrifici, anche la classe medica ha fatto la propria parte con il taglio orizzontale del 10% sugli stipendi dei dirigenti e la decurtazione di una serie di bonus e addizionali che hanno assottigliato la busta paga. A questo in Puglia si sono sommati i tagli di sistema legati alla riorganizzazione regionale prima e alla spending review poi, che hanno condotto a chiusure di ospedali e accorpamenti di reparti.

A ciò si aggiungono il blocco del turnover che dura ormai da un decennio ed ha portato alla riduzione del numero dei medici e alla precarizzazione generalizzata del personale – nel caso degli ex-stabilizzati persone di 40/50 anni. Peraltro, il sacrificio della continuità nell’assistenza tramite i contratti a tempo determinato e il blocco delle assunzioni non ha avuto come controparte la riduzione dei costi di personale, perché la maggiore incidenza è data dal personale amministrativo.

L’insieme di questi fattori porta ad una progressiva riduzione dei servizi garantiti, ad un calo della qualità dell’assistenza- evidente per esempio nell’allungarsi delle liste di attesa – e ad un conseguente switch verso il privato. Per chi può permetterselo, ovviamente. “All’Ospedale San Paolo ci vogliono 700 euro per avere un parto in analgesia” – puntualizza Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine – “L’Assessore ha garantito che l’amministrazione si sarebbe impegnata per offrire il servizio a chiunque. Ma ad oggi siamo in attesa del provvedimento”.

Il risultato è un crescente disagio nell’esercizio della professione e un calo di qualità dell’assistenza, che risulta evidente nelle difficoltà del sistema sanitario di garantire i LEA – Livelli Essenziali di Assistenza.

“La Puglia – sottolinea Anelli– riesce a garantire solo il 33% delle prestazioni incluse nei LEA. E’ l’ultima regione in Italia per Livelli Essenziali di Assistenza. Operare in un contesto afflitto da personale scarso e precario, qualità di assistenza in caduta libera e carenze strutturali fa crescere i rischi professionali – dice ancora Anelli –Paradossalmente finisce con il favorire una medicina difensiva, proprio mentre si discute di assicurazione obbligatoria per i medici”.
 

giovedì 18 Luglio 2013

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