Il punto

I tre commissari al lavoro e il rischio del paradosso temporale. Il caso-Bari diventa un labirinto

La Prefettura di Bari
Da oggi hanno un ufficio in Prefettura. Hanno tre-sei mesi di tempo per le loro valutazioni
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Ieri i commissari della Commissione d’accesso inviati dal Ministro Piantedosi hanno incontrato il sindaco di Bari Antonio Decaro e il direttore generale del Comune, Davide Pellegrino. E da oggi sono al lavoro.

I tre componenti, il presidente Claudio Sammartino, ex prefetto di Taranto oggi in pensione; Antonio Giannelli, viceprefetto; e Pio Giuseppe Stola, maggiore della Scico, il servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata della guardia di finanza, hanno allestito un loro ufficio in Prefettura.

Dovranno verificare la presunta esistenza di infiltrazioni mafiose ed eventualmente sciogliere il consiglio comunale di Bari.

Il primo passo è la lettura del fascicolo della Direzione distrettuale Antimafia che han portato all’arresto di 130 persone una ventina di giorni fa tra cui la consigliera comunale Carmen Lorusso e suo marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, accusati di voto di scambio politico-mafioso.

Ma l’aspetto più complesso consisterà nell’esame delle migliaia di pagine del dossier prodotto dal Sindaco che racconta tutte le attività antimafia del Comune.

Un aspetto interessante è costituito dalla tempistica a disposizione della Commissione: i commissari, infatti, hanno tre mesi di tempo per fare una relazione da consegnare al prefetto che, solo a quel punto, dovrà tirare le conclusioni e formulare una proposta al ministro dell’Interno.

Tra le ipotesi anche quella di un eventuale scioglimento del Consiglio comunale. E qui nascono i problemi: se anche la Commissione riuscisse a completare il suo lavoro nei 90 giorni previsti, si arriverebbe ad una decisione con il Consiglio comunale già sciolto. E nel caso più grave si potrebbero annullare le elezioni già convocate.

Ma la situazione potrebbe anche essere peggiore: i Commissari, infatti, potrebbero chiedere una ulteriore proroga di 3 mesi (per un totale di 6 mesi di controlli). Il che porterebbe ad una decisione ministeriale addirittura un paio di mesi dopo l’insediamento del nuovo Consiglio comunale.  A questo punto ci troveremmo di fronte ad un autentico paradosso: il possibile scioglimento di un consiglio già sciolto per termine di mandato e gli effetti sul nuovo Consiglio comunale. Insomma, un vero rebus per esperti in diritto amministrativo, costituzionalisti e del diritto degli enti locali.

martedì 26 Marzo 2024

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Annalisa
Annalisa
1 mese fa

Ma cosa vorrebbe qualcuno? Che si sciolga eventualmente un Consiglio comunale già a fine mandato? Che senso avrebbe?