L'intervento

«Giù la ex sede della Gazzetta del Mezzogiorno, Bari è una città priva di memoria storica»

La ex sede della Gazzetta del Mezzogiorno - foto della Gazzetta del Mezzogiorno
«Al posto della sede di via Scipione L’africano saranno realizzati 76 appartamenti ad uso residenziale»
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«Apprendiamo dalla stampa che è stata depositata la richiesta di permesso per l’abbattimento del palazzo ex sede della Gazzetta del Mezzogiorno progettato dall’architetto Onofrio Mangini in via Scipione L’africano e per la successiva realizzazione di 76 appartamenti ad uso residenziale».

E’ quanto si legge nella nota a firma di Antonella Calderazzi (Consulta Ambiente del Comune di Bari), Elda Perlino (Associazione Sviluppo Sostenibile) e Liliana Spagnolo (Italia Nostra).

«L’edificio – scrivono – è compreso nell’Atlante  delle opere  di architettura moderna e contemporanea da tutelare, compilato dalla ripartizione Urbanistica, nel rispetto della Legge Regionale n.14/2008, ma  evidentemente a nulla servono le Leggi e i Decreti che mirano alla Tutela del patrimonio architettonico esistente in quanto la Regione Puglia prevede nella Legge sul Piano Casa  l’ampliamento del 35% della volumetria esistente in caso di demolizione e ricostruzione,  e l’Amministrazione ovviamente concede permessi di costruzione a chi ne fa richiesta.

Alcune riflessioni sorgono spontanee per essere rivolte a quanti si candidano a governare i processi di trasformazione e sviluppo della nostra città ovvero:

  • La città subisce una ulteriore perdita di un edificio che per la sua architettura e per la presenza all’interno delle rotatorie originali rappresenta una pregiata archeologia industriale, a causa di una mancanza di tutela da parte di amministratori che ignorano il valore della testimonianza storica di edifici che hanno fatto scuola in tutto il paese da un punto di vista architettonico e culturale e che dovrebbero essere tutelati dalle Istituzioni (Soprintendenze) preposte.

Bari è una città priva di memoria storica e lo abbiamo verificato anche nei casi in cui sono state abbattute ville di stile liberty (villa Vera e Villa Tilde) lungo Via Amendola per consentire di edificare complessi residenziali distruggendo anche l’esiguo verde esistente.

  • In una città, quale Bari che perde ogni anno abitanti e residenti ci chiediamo a chi sono destinate le centinaia se non migliaia di cubature ad uso residenziale che sorgono più numerose dei funghi nelle foreste umide?  Palazzi che hanno invaso e continuano ad invadere la citta anche in sostituzione di pregiate ville antiche che avrebbero dovuto essere tutelate dalla legge esistente, o eliminando le rare aree a verde destinate a quartieri la cui qualità di vita è fortemente compromessa da una elevata densità abitativa e una insufficente politica di mobilità sostenibile?
  • Per non parlare della proposta di costruire un grattacielo di 120 piani che è stata riportata in giorni recenti sui quotidiani locali. Tale edificio con il suo verticalismo  non  risulta organico con la storia e l’architettura della nostra città ma ne incarna la negazione della sua identità e della sua vocazione ad un ambiente più verde ed ecologicamente sostenibile.

La nostra richiesta è di completare e approvare entro il 2024 il nuovo PRG adeguandolo alle reali esigenze di crescita residenziale della città e bloccando ogni nuovo progetto di lottizzazione o variazione di  PRG per progetti depositati  da tempo  e con permessi scaduti per adeguarli  alle reali necessità della città e dei suoi cittadini, senza tener conto di interessi diversi e/o eventuali sbarchi di extraterrestri che giustificherebbero le cubature previste  dal vecchio Piano Regolatore e forse già superate grazie ad un Piano Casa  e una cultura basata sull’investimento nel mattone che ha da sempre caratterizzato ed influenzato la storia della nostra città».

sabato 17 Febbraio 2024

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Annalisa
Annalisa
2 mesi fa

Ma quelli della Gazzetta hanno tirato giù perfino un palazzo storico in piazza Moro con i famosi telamoni e nessuno ha fatto niente. Figuriamoci se si facevano problemi per una palazzina moderna.

MICHELE ERMANNO MACELLETTI
2 mesi fa

Bari è una città meravigliosa, piena di storia, cultura, tradizioni e… cemento. Sì, perché a Bari si ama il cemento, si venera il cemento, si costruisce, si demolisce e poi si ricostruisce con il …il cemento. Il cemento è il simbolo della modernità, del progresso, della ricchezza. Chi ha il cemento ha il potere, chi non ha il cemento non è nessuno.
Bari in realtà è una città che non ha ancora una vera una visione, un progetto di largo respiro, una strategia per il suo futuro. Certo è cambiata molto in 20 anni. Il centro come “salotto buono” è stato riabbellito, Bari vecchia è stata trasformata ad uso e consumo dei turisti da crociera “mordi e fuggi”. Ma Bari resta una città che vive alla giornata, senza un piano regolatore aggiornato, senza una partecipazione attiva dei cittadini, senza una reale volontà di cambiamento. Bari è una città che si affida alle scelte di una classe politica interessata solo al mero consenso elettorale e preoccupata a “nominare” il prossimo candidato Sindaco.