L'analisi

Gli anziani non autosufficienti sono in aumento e le Rsa non riescono a fronteggiare la richiesta di posti letto

Enzo Lezzi
La situazione nelle province di Bari e Bat analizzata nel corso di un incontro promosso dalla Federazione nazionale pensionati (Fnp) della Cisl
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Gli anziani non autosufficienti di Bari e Bat aumentano e le Residenze sanitarie assistite (Rsa) non sono in grado di fronteggiare la sempre maggiore richiesta di posti letto: nei prossimi 20 anni ne serviranno quattromila in più.
In provincia di Bari, 24 residenti su cento hanno più di 65 anni; quattro su cento superano gli 85 anni; nella Bat, gli over 65 sono 22 su cento, mentre tre su cento sono gli over 85. Ma in tutte e due le aree, tra gli over 75, cinquanta su cento sono affetti da gravi limitazioni o fanno i conti con più patologie croniche.
«Il sistema pubblico deve interessarsi di più ai servizi residenziali per anziani non autosufficienti, sia in termini di offerta sia in termini di coordinamento. Serve una riforma degli accreditamenti e un controllo periodico per scongiurare che la crescita dell’offerta privata sia “selvaggia”». E’ esplicito il segretario provinciale della Federazione nazionale pensionati (Fnp) della Cisl, Enzo Lezzi,nel corso della relazione di apertura  del Focus svoltosi a Bari e al quale sono intervenuti  Gianlucio Smaldone Presidente del municipio 2 del comune di Bari; il presidente dell’ordine dei medici di Bari e presidente nazionale Fnomceo (Federazione nazionale degli ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri) Filippo Anelli; il direttore generale dell’Asl Bari, Antonio Sanguedolce; il presidente del Comitato tecnico scientifico “HappyAgeing” (”Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo”), Michele Conversano; il segretario generale della Fnp Cisl Puglia, Filippo Turi e il segretario generale della Cisl Bari, Giuseppe Boccuzzi. Il focus, moderato dalla giornalista Maddalena Mangiò, collaboratrice de «La Gazzetta del Mezzogiorno», sarà introdotto da Enzo Lezzi e dai saluti di Vincenzo Piccialli della Cisl Medici Bari e di Franco Capodiferro della Cisl Funzione pubblica (Fp) Bari. A Concludere i lavori moderati dalla giornalista Maddalena Mangiò, il segretario generale nazionale della Fnp Cisl, Emilio Didoné.
Analisi, denuncia e proposte  per discutere di Fragilità e domanda di assistenza sanitaria e sociale degli anziani. Sott’esame l’invecchiamento attivo, la non autosufficienza, le risposte del sistema sanitario territoriale e di welfare e l’integrazione sociosanitaria; ma anche lo scenario nazionale, alla luce della legge delega n.33 del 23 marzo 2023 in materia di politiche per gli anziani, i cui decreti attuativi sono attesi nei prossimi mesi.
In Italia, sono più di 14 milioni gli over 65, circa la metà ha più di 75 anni; 4 milioni hanno dagli 80 anni in su e 22mila sono gli ultracentenari. Al calo delle nascite, rileva l’Istat, si aggiunge il costante incremento della vita media. Per un bambino che nasce nel 2024 la speranza di vita è di 81 anni (per i maschi) e di 85 anni (per le femmine). Per chi ha già 65 anni la prospettiva è di almeno altri 21 anni in più. In Puglia, nel 2021 avevamo due anziani ogni under 14; saranno quasi 4 nel 2060, quando gli attivi/e produttivi scenderanno da tre (2021) a 1.5 per ogni anziano.
” A Bari e in Puglia, ha spiegato Enzo Lezzi segretario provinciale della Fnp Bari, – nelle Rsa private i posti letto sia autorizzati che accreditati sono aumentati, tanto che il privato autorizzato rappresenta circa il 48% dell’offerta . Ma appare chiaro che il sistema pubblico e il sistema privato, singolarmente, non sono in grado di coprire la domanda di servizi di oggi e quella che si concretizzerà domani. Pubblico e privato, nella nostra visione, devono essere complementari. Bisogna mettere mano alle diverse professionalità coinvolte, definire standard adeguati di personale qualificato nelle Rsa, sia in quelle pubbliche che private, per renderle capaci di accogliere nuovi ospiti.
Serve motivare gli operatori assicurando una formazione adeguata, un giusto trattamento economico a partire dall’applicazione del contratto pubblico: il lavoro di questi professionisti che si prendono cura degli anziani non autosufficienti è delicato e deve essere giustamente riconosciuto».
E ancora: le Asl di Bari e Bat non offrono lo stesso rapporto di posti letto in proporzione alla popolazione degli over 65 col risultato che non sono poche le famiglie che vedono il proprio congiunto non autosufficiente accolto in strutture lontane dalla città di origine e residenza. Non solo, secondo le analisi della Fnp Cisl di Bari, il 62% dei «nuovi pensionati» percepisce un reddito da pensione non in grado anche con i contributi regionale di coprire il costo di una retta media in un alloggio Rsa. Il che rende più drammatica la prospettiva degli 80enni di domani.
Le misure regionali e il quadro di riferimento provinciale non lasciano tanto spazio all’ottimismo, a giudizio della Fnp Bari, «nonostante l’incoraggiante contesto legislativo di riferimento, rimasto ad oggi colpevolmente inattuato». Lezzi, ancora: «Siamo fermi al palo rispetto ai propositi che sostenevano e sostengono la legge regionale n. 16/2019, in materia di “Promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo e della buona salute”. Relativamente all’attuazione del programma in tema di invecchiamento attivo per le annualità 2023/2024, è stato accertato che, nonostante quanto deliberato dalla giunta Regionale lo scorso 11 novembre 2019, ad oggi, non sono mai stati liquidati alle Asl da parte dell’assessorato regionale al Welfare i contributi loro previsti, pari a 170mila euro, per interventi di prevenzione e di sostegno all’invecchiamento attivo.
Ed è solo in queste ore, grazie all’intervento deciso della Cisl di Puglia e della nostra Federazione Regionale, che il dipartimento del welfare della Regione Puglia, al fine di consentire il recupero dell’investimento di tali risorse,  ha  invitato la dirigenza delle Asl a definire, nei tempi ristretti che ancora rimangono, la progettazione e l’affidamento, a soggetti del terzo settore, di interventi che riguardino prevalentemente la prevenzione, l’attività motoria, l’educazione alla salute, e che favoriscano stili di vita e di sana alimentazione. Tali attività si dovranno concludere entro il mese di marzo 2024. Sempre, a seguito delle nostre determinate sollecitazioni, riguardo alla programmazione regionale, in sede di assestamento di bilancio, lo stanziamento per l’invecchiamento attivo dovrebbe essere stato potenziato a 300mila euro per il 2023 e a 200mila euro per il 2024, il che consente di avviare una programmazione a scavalco delle due annualità, con una disponibilità di 500mila euro. Non si tratta – conclude Lezzi – di un bell’esempio di buona amministrazione che lascia sperare in quella auspicata presa di consapevolezza ed impegno da parte delle nostre istituzioni locali a sostenere il cambio di passo che una riforma come quella della Legge 33 impone, attraverso una responsabile programmazione degli interventi e una capace qualificazione della spesa».

mercoledì 10 Gennaio 2024

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Annalisa
Annalisa
3 mesi fa

Anche in questo settore, come tutti gli altri della sanità pubblica, la carenza di posti serve a favorire il business dei privati.

Stefano
Stefano
3 mesi fa
Rispondi a  Annalisa

Dirò di più, la Sanità privata finisce per assorbire tantissime risorse pubbliche all’unico scopo del profitto economico.