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Libera: «Dalla crisi non si esce da soli: organizziamo la solidarietà per non spegnere la speranza»

La Redazione
L'appello alla mobilitazione sociale del presidio di Libera di Bari "Luigi Fanelli"
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Dalla crisi non si esce da soli: come singoli e come realtà sociali, stiamo organizzando la solidarietà per non far spegnere la speranza.

A dirlo il presidio di Libera di Bari che lancia un appello alla politica e alla cittadinanza.

«Il Presidio di Libera Bari “Luigi Fanelli” – si legge in una nota – , come tante realtà del territorio, sta affrontando questo complesso momento storico vicino alle tante persone che, oltre all’emergenza sanitaria, stanno subendo gravi ripercussioni sia sotto l’aspetto sociale che economico. Il gran numero di persone escluse dalle misure di welfare adottate sui vari livelli istituzionali non può essere ignorato. E’ palese la conseguenza immediata e diretta di questa situazione emergenziale che si è incuneata nella già esistente crisi economica del nostro Paese.

Il contesto venutosi a creare, oltre che peggiorare le già innumerevoli situazioni di precarietà vissute da molti lavoratori, italiani e stranieri, costretti da sempre a lavori saltuari, spesso caratterizzati da condizioni di sfruttamento con paghe in nero, va ad aumentare le fila dei nuovi poveri. Persone schiacciate dall’assenza di precise risposte ed interventi da parte dello Stato.

L’esposizione al rischio, personale e collettivo, che vivono tantissimi senza fissa dimora per i quali non sono stati predisposti i necessari servizi di accoglienza, è un altro aspetto ignorato in questa crisi. Accanto all’emergenza socio-economica, la crisi educativa va sempre più ad acuirsi. La chiusura delle scuole, come dei servizi educativi pomeridiani istituzionali e non, espone adolescenti e bambini, alla difficoltà di affrontare il peso psicologico derivante dall’impossibilità di curare le relazioni personali ed avere spazi di autonomia, fino al distacco dai contesti educativi di integrazione dove erano contesi tra la possibilità di emancipazione e l’esclusione. Bisogna pensare alle tante famiglie fragili che non sono in grado, per assenza di strumenti materiali o relazionali, di farsi carico da sole di questa situazione.

Le mafie non sono andate in lockdown, hanno continuato le loro attività illecite e stanno approfittando delle difficoltà diffuse per accrescere il loro potere e consenso.

Dalla crisi non si esce da soli: come singoli e come realtà sociali, stiamo organizzando la solidarietà per non far spegnere la speranza.

E’ necessario potenziare la solidarietà sociale che si rivolge ai diversi volti della crisi che stiamo attraversando: dai servizi di distribuzione alimentare che già si stanno svolgendo presso la parrocchia di San Sabino, all’attenzione ai temi della formazione attivati dal circolo Zona Franka, o agli sportelli di ascolto psico-sociale in varie lingue organizzati dall’ARCI.

Facciamo appello alla Politica, affinché si attui un modello di intervento più efficace che coinvolga gli attori sociali ed istituzionali (Municipi) nei quartieri metropolitani, territorializzando l’utilizzo di risorse e l’accoglienza di istanze ed attraverso il confronto nel COC territoriale.

Facciamo appello, soprattutto, alla cittadinanza perché si mobiliti, condividendo le proprie risorse attraverso donazioni alimentari, donazioni per i bambini, offrendo supporto psicologico/educativo a distanza o anche disponibilità ad offrire aiuto per l’espletamento delle pratiche burocratiche verso banche o istituzioni.

Crediamo sia necessario rafforzare i legami sociali per non lasciare nessuno indietro. Abbiamo imparato che il problema degli altri è uguale al mio: sortirne da soli è egoismo, sortirne insieme è politica!»

martedì 28 Aprile 2020

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