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Michele Brandonisio, l’uomo dietro il professionista

La Redazione
L'amministratore di Capitalfidi S.p.A., si racconta come uomo e come professionista, dopo oltre dieci anni a capo di una delle aziende di rilievo al sud nel settore dei finanziamenti
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Conoscere un professionista del mondo della finanza può riservare sorprese, quando si presenta come “persona”. E’ facile pensare che dietro un mondo fatto di cifre e percentuali, grafici e strategie ci siano persone, con i loro sogni, le loro storie, i talenti, i valori e le radici. Il mondo di cui parliamo è quello dei finanziamenti e dei prestiti, e la persona dietro questo mondo è Michele Brandonisio, amministratore di Capitalfidi, un’azienda coraggiosamente e orgogliosamente nata e voluta al sud più di dieci anni fa, per poi guardare a tutto il territorio nazionale.

Michele è anche da poco papà di due figli originari della Colombia (e aggiunge, anche del cane Gigetto) nonché marito di Micaela, insegnante. La straordinarietà di questa storia di un uomo prestato alla finanza da altri mondi è la duplice verità che si scopre appena entrati nel suo studio: due quadri, l’uno di fronte all’altro, uno che ritrae Parigi di notte, una metropoli che respira di Europa, luci, velocità, vite che corrono… l’altro un ritratto di Buddha, la placidità in meditazione. Oriente e occidente, nella stessa stanza. Materialità e intimità. Poi si scorge il terzo quadro, nella parete di spalle, e forse è il più importante: una nave che lotta con la tempesta.

L’impresa e l’arte: prima direttore artistico, poi esperto di cessione del quinto e prestiti, l’evoluzione di un imprenditore

Forse per questo, quando gli si chiede chi è Michele Brandonisio, dopo le prime definizioni di rito, arriva a rispondere “Un sognatore, un artista”. E parte il racconto straordinario di anni dorati in cui il Michele Brandonisio nascosto, ma già imprenditore, è riuscito a portare al sud come direttore artistico la migliore musica italiana ed internazionale tra il 1989 e i primi del 2000: dj e musicisti Italiani e stranieri, edizioni di grande jazz , Renato Zero, Pino Daniele, Gianluca Grignani, Gotan Project, mostre di pittori e scultori, ecc. Storia di un’epoca passata.

“Ma c’era un’altra passione che ho sempre avuto” gli si illuminano gli occhi “Borsa e finanza”. Ha cominciato da promotore finanziario, ma con l’ambizione di crescere, in fretta: in breve è riuscito a mettersi in proprio, confrontandosi con la responsabilità che questo comporta. “Dietro ogni persona che lavora con me ci sono sogni da realizzare, una famiglia a cui pensare: per me è molto importante questo, ed è perciò non riesco mai a staccare la testa dal lavoro”.

Un pater familias nella vita privata e anche sul lavoro: quando parla dei suoi dipendenti, che considera “collaboratori”, Michele Brandonisio lo fa come se parlasse di una famiglia, la sua famiglia, di cui avverte tutta la responsabilità. “Ogni mia decisione può cambiare le cose, qui: perciò devo prenderle con molta attenzione e senso di responsabilità”.

E quando gli si chiede cosa gli piaccia di questo lavoro, gli occhi si illuminano di nuovo “L’adrenalina” risponde “Il raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi, da conseguire tutti insieme, i riconoscimenti per il lavoro svolto con tanta fatica”.

Mi racconta con l’emozione e l’entusiasmo di un bambino nel negozio di giocattoli i dettagli del lavoro, le cifre e le percentuali di cui discute con i suoi collaboratori, che lungi dal rimanere sterili numeri, diventano quasi qualcosa di emotivo: “Caricato, deliberato, liquidato” sono le definizioni degli obiettivi da raggiungere, e puntualmente raggiunti. Una passione talmente vivida e vissuta con dedizione che ad uno sguardo superficiale ed esterno non ci si crederebbe.

“Costruire i sogni degli altri”: non semplicemente concedere un prestito, ma vivere un’esperienza di acquisto, questo l’obiettivo di Michele Brandonisio

Una passione, tra direzione artistica di eventi culturali e poi finanza e impresa, che si è sempre svolta al sud, nella sua amata Bari: “Mi sento parte di questa città” sorride con un sorriso segreto “Sono terrone nell’anima, un sudista”.

Poi, alla fine, si parla di futuro: come si vede di qui a dieci anni, Michele Brandonisio? “Certo, crescere come azienda, avere più collaboratori: costruire il futuro, per me e per tutti gli altri intorno a me…” e qui il tono di voce si abbassa, e lo sguardo si fa lontano, il racconto acquista un pezzo inaspettato. “Mio padre era costruttore” racconta “E sai qual’era la cosa che lo rendeva più felice in assoluto? Il momento in cui le persone andavano a vivere nelle case costruite da lui. Quella era la sua più grande soddisfazione: pensare che in quelle mura qualcuno avrebbe vissuto, cresciuto una famiglia, amato. Io voglio fare lo stesso: per me far quello che faccio non è intermediare un prestito o una cessione del quinto, ma vendere un’esperienza d’acquisto, aiutare a realizzare i sogni degli altri. Questa è la mia più grande soddisfazione”.

“Cos’è che fa girare il mondo?”

E la barca in tempesta? “Spesso mi sento così, io sono il capitano di quella nave, ma riesco sempre a portarla in salvo. E chissà, magari un giorno realizzerò il mio sogno di vivere su una barca: il lavoro è importante e fondamentale nella vita di un uomo, così com’è importante avere cura e attenzione verso sé stessi e le persone che ami. Questi sono i miei valori”. Quelli che, tra dedizione, disciplina e interiorità, ha coltivato negli anni in cui ha scoperto la meditazione.

Ci si congeda da un uomo sorprendente come Michele Brandonisio con una domanda non scontata: uno che lavora a contatto con le cifre da mattina a sera, ti aspetti che alla domanda “Cos’è che fa girare il mondo?” risponda “I soldi”. Invece la sua risposta è “Il coraggio e l’amore”.

lunedì 29 Luglio 2019

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