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Bicentenario Murattiano, Bari in due secoli di progresso economico e sociale

La Redazione
I riflessi sulla vita sociale ed economica all'indomani della fondazione del murattiano
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Una inarrestabile crescita demografica accompagnata dalla necessità di poter disporre di spazi adeguati non solo ad ospitare la popolazione ma anche al passaggio in atto da un’economia prevalentemente agricola a quella pre-industriale.  E’ il seme della pianta della Bari moderna, sorta al di là delle mura del Borgo antico per volontà di Gioacchino Murat, Re di Napoli che 200 anni fa pose la prima pietra della Bari di oggi. Di come e quanto lo sviluppo urbanistico abbia seguito il passo della crescita economica della nostra  comunità, in un insieme di relazioni fra desideri di espansione urbanistica e ambizioni sociali degli abitanti anche dei paesi vicini, in un quadro storico-economico in costante mutamento a livello europeo, si è parlato alla Camera di Commercio nella giornata di studio  “Bari in due secoli di progresso economico e sociale”, organizzata dall’ente barese con l’adesione del Presidente della Repubblica, nell’ambito delle iniziative del Comune di Bari e dell’associazione Il Murattiano per il Bicentenario.

“Abbiamo voluto promuovere questo convegno – ha detto nei saluti il presidente dell’ente Alessandro Ambrosi – insieme alla mostra sui più bei portoni del Murattiano per far luce su un momento storico determinante affinché diventi consapevolezza di quanto di grande si è fatto per raggiungere i traguardi della Bari moderna ma soprattutto di quanto nei prossimi 200 anni bisogna fare per rifondare un futuro “intelligente” e in un rinnovato rapporto con il mare, cui questa città ha inspiegabilmente voltato le spalle, offrendo il meglio della propria vocazione marittima e sempre più servizi da cui possono nascere aziende e quindi occasioni occupazionali”.
Molti dei problemi di ieri sono quelli di oggi. Si sorride a guardare le caricature realizzate per il centenario del Murattiano da Frate Menotti  – un dipendente dalla Camera di Commercio dotato di straordinaria ironia oltre che di una matita “interprete della coscienza universale”, come dice il giornalista Enzo Quarto della TGR Puglia, presentando le immagini di un servizio realizzato dalla sede Rai della Puglia e aggiungendo che “questo giustiziere grafico della disonestà dilagante se fosse nato a Parigi sarebbe diventato certamente assai più popolare”, e citando Armando Perotti: “le cronache di Frate Menotti vadano considerate testimonianze e fonte essenziale per chiunque voglia successivamente fare opere di storico”.
La storia dell’espansione urbanistica di Bari non è difatti dissimile da quelle di realtà urbane ben più importanti, dalla  Parigi ridisegnata da Haussmann (1850-1870) a Barcellona, da Vienna a Napoli, ognuna naturalmente con le sue peculiarità. Le mostra con dovizia di immagini e comparazioni storiche il Prof. Antonio Di Vittorio, presidente della Società Italiana degli Storici Economici, dimostrando attraverso il movimento complessivo di capitali registrato a Bari attraverso 18 tipologie di “affari” presenti nei 30.339 atti notarili rogati tra 1781 e 1800, la  crescita e decrescita degli affari subiscano non poco l’influenza della certezza normativa , come accadde nel 1808 con l’introduzione nel Regno di Napoli del Codice francese non immediatamente tradotto in italiano.

Nel 1813, quando Murat pose la prima pietra del Murattiano, Bari contava 18.662 abitanti. Nonostante gli alti tassi di natalità e di mortalità, le scarse condizioni igieniche determinate dall’insufficienza ed arretratezza dei sistemi idrico-fognari, le varie epidemie di colera non arginate in tempo, la città  cresce costantemente in numero di abitanti, con vere e proprie impennate demografiche nel primo decennio pre-unitario e gli anni Venti e Trenta del Novecento. Oggi Bari conta 315.933 abitanti (censimento 2011) è il nono comune italiano per popolazione e terzo del Mezzogiorno dopo Napoli e Palermo. “Al di la dei dati quantitativi – ha detto la prof.ssa Da Molin – è profondamente mutato il volto della città, passata dall’agrotown di inizio Ottocento alla grande città terziaria del Novecento. Una città viva e pulsante in continua metamorfosi”.
Dell’economia di Bari nel XIX secolo ha parlato il Prof.  Ezio Ritrovato, del Dipartimento di Scienze economiche e Metodi matematici – Università di Bari, sottolineando il ruolo importante avuto dalla camera di Commercio di Bari non solo nel promuovere iniziative di promozione delle attività del tessuto economico locale ma anche nel determinare il salto di qualità della cultura imprenditoriale, affinché potesse affermarsi con maggiore competenza sui mercati nazionali ed esteri,  facendosi promotrice della scuola di Commercio che nacque nel 1876, in seguito regia Scuola superiore di Commercio da cui nacque poi l’attuale facoltà di Economia e Commercio
Sullo sviluppo economico di Bari nel Novecento e sulla difficile affermazione di una leadership si è soffermata la  Prof. ssa Marina Comei del Dipartimento di Scienze Politiche – Università di Bari, mentre Prof. Ing. Francesco Paolo De Mattia ha approfondito, grazie all’esclusivo apporto di immagini e tavole storiche, il tema dell’evoluzione urbana e riflessi sull’edilizia industriale tra ‘800 e ‘900 a Bari
A concludere l’intesa giornata di lavori, che ha visto anche la partecipazione degli assessori Elio Sannicandro e Mara Giampaolo del Comune di Bari, e del presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, la prof.ssa Enrica Di Ciommo, del dipartimento di Scienze Politiche – Università di Bari che parlato di Bari e i cicli della sua storia.

mercoledì 24 Aprile 2013

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